“Dopo il ritiro dell’autorizzazione avvenuta nel 2020 è stato effettivamente utilizzato il clorpirifos ed il clorpirifos metile in Emilia-Romagna? Ed eventualmente in quale esatte quantità, in quali territori e su quali colture?”.
Sono queste le principali domande che Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) rivolge alla Giunta regionale in merito all’utilizzo di un prodotto chimico che, “da oltre un anno, a livello europeo, non ha avuto il rinnovo dell’approvazione all’utilizzo” e che la Regione ha nuovamente autorizzato dopo il termine del 16 aprile scorso, in via eccezionale, contro le infestazioni da cimice asiatica.
La consigliera sottolinea poi come svariati studi scientifici abbiano evidenziato che i composti a base di clorpirifos “abbiano evidenziato la tossicità e la responsabilità di danni cerebrali irreversibili riscontrati nei bambini” e la stessa Agenzia europea per la sicurezza alimentare abbia sottolineato come questi pesticidi non risultino avere “limiti di sicurezza possibili […] e non soddisfino i criteri di salute umana per il rinnovo sul mercato europeo”.
Stante la situazione, Giulia Gibertoni chiede all’esecutivo regionale quali siano le stime quantitative annuali dell’utilizzo del clorpirifos e del clorpirifos metile nel decennio dal 2010 al 2020 e se “non reputi un controsenso il riutilizzo, contro la cimice asiatica, di un prodotto già bandito a livello europeo, fra l’altro nemmeno particolarmente efficace, certamente dannoso per altri insetti utili quali le api, pericolosissimo per la salute umana, in particolare quella dei bambini, quando esistono e sono efficaci metodi di controllo biologici”.
(Luca Boccaletti)