Ambiente e territorio

Gibertoni (Misto): “No a taglio alberi dei boschi ripariali, approvare i programmi”

“L’alluvione ha dimostrato che le rive senza vegetazioni sono estremamente fragili. Quei programmi si sarebbero dovuti approvare sette anni fa. Quei boschi sono usati come miniere di biomasse da parte di poche imprese del settore”

La giunta regionale ci dica se dopo i danni dell’alluvione ha intenzione di confermare la scelta di non approvare i programmi sulla difesa dei boschi ripariali, al contrario faccia sapere quando saranno approvati.

È il quesito posto da Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) alla Regione in un’interpellanza in cui si sottolinea che i programmi si sarebbero dovuti approvare già sette anni fa.

La consigliera vuole poi sapere, sul tema, dalla giunta regionale “se non ritenga, infatti, di chiudere definitivamente questa stagione di taglio indiscriminato dei boschi ripariali e, in ogni caso, assicurare controlli reali su questo tipo di lavori e, nello stesso tempo, agire affinché almeno siano rispettate le prescrizioni di salvaguardia ambientale che avrebbero dovuto osservare le aziende coinvolte in questi tagli, a partire dalla proibizione di usare lo strumento disastroso del taglio a compensazione”.

Da anni, continua la capogruppo, “con il beneplacito della Regione si continuano a colpire pesantemente le formazioni boschive ripariali, a dispetto delle loro conclamate funzioni ambientali e idrauliche. Nel nostro territorio regionale i boschi ripariali vengono sistematicamente utilizzati alla stregua di miniere di biomasse da parte di poche imprese del settore, in una logica puramente industriale che ignora tutti i vincoli al loro operato”. I cittadini assistono “impotenti” ai tagli e non comprendono come “possa essere vantaggioso distruggere interi boschi ripariali quando, con maggiore attenzione, studio e lavori mirati si sarebbe potuta conciliare e migliorare l’officiosità idraulica del corso d’acqua con la salvaguardia ambientale”.

L’alluvione ha dimostrato, evidenzia la consigliera, “come argini senza alberi (come Idice o Sillaro) siano estremamente fragili”. Secondo Gibertoni “serve poi attivare una seria di azione di analisi sugli effetti, anche a più lungo termine, di pessime operazioni di manutenzione (come con i tagli nel Savena)”.

(Gianfranco Salvatori)

 

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