Rivedere il Piano quinquennale di controllo dei corvidi 2023-2027, data la sua mancanza di utilità nel prevenire e contenere i danni all’agricoltura. Lo chiede Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) con un’interrogazione con la quale invita a sospendere il Piano all’interno dei siti della Rete natura 2000 in considerazione dell’inevitabile impatto che si ripercuote sull’habitat e sulle altre specie.
“Con questo Piano regionale quinquennale di controllo dei corvidi -spiega la consigliera- si autorizza l’uccisione annuale di 22.500 esemplari di cornacchia, 46.500 esemplari di gazza e 16.500 esemplari di ghiandaia. Lo scopo dell’attività di controllo sarebbe quella di ridurre i danni alle produzioni agricole, in particolare frutteti, colture orticole e specializzate e, in via subordinata, limitare la predazione sulle nidiate di alcune specie di fauna stanziale considerate di interesse conservazionistico e venatorio”.
“Ricerche recenti -sottolinea Giulia Gibertoni- hanno mostrato che la composizione del nutrimento della cornacchia dipende dal tipo di sfruttamento agricolo: nelle regioni con agricoltura estensiva è il nutrimento animale ad essere preponderante. L’inefficacia del prelievo è dimostrata anche dalla circostanza per cui se cornacchie nidificanti vengono uccise nei loro territori, questi ultimi vengono velocemente rioccupati da uccelli ‘in attesa’ che vivono in stormi”.
(Lucia Paci)
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