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Ambiente. Gibertoni (Misto): sospendere i ripopolamenti delle specie di interesse venatorio

In tre anni, scrive la consigliera, sono stati abbattuti 33.375 capi di caprioli e 76.480 di cinghiale. “Numeri che dimostrano che la sovrappopolazione rappresenta un problema per agricoltori, ma soprattutto una risorsa per i cacciatori”

Sospendere i ripopolamenti delle specie di interesse venatorio per incentivare il ricorso ad altre forme più sostenibili di controllo delle popolazioni animali, consentendoli solo in presenza di condizioni meteorologiche eccezionali che li rendano necessari, e comunque, previo parere favorevole dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale”. Questa è una delle richieste avanzate all’esecutivo regionale da Giulia Gibertoni all’interno di un’interpellanza in cui la consigliera del Gruppo misto punta il dito contro la pratica dei ripopolamenti, considerati alla base delle “presunte ’emergenze’ dovute alla sovrappopolazione di alcune specie di fauna selvatica” e che renderebbe “vane e del tutto inutili le politiche di sterminio, ormai ultraventennali, finora seguite sul territorio regionale”. Gibertoni ritiene “paradossale come, da un lato si sperperino risorse economiche per studi, censimenti, valutazioni, metodi di controllo e contenimento, piani di prelievo e abbattimento per ridimensionare la popolazione di alcune specie e, dall’altro, si perseveri con continue operazioni di ripopolamento faunistico”. E aggiunge: “È abbastanza evidente come il sovrappopolamento di alcune specie di fauna selvatica per i cacciatori rappresenti incontestabilmente una risorsa, non certo un problema. Negli ultimi anni si e fatto un uso improprio e esagerato dei ripopolamenti, tanto che il ricorso ad animali d’allevamento ha aggravato via via la situazione causando inquinamento genetico, alta mortalità degli individui immessi e, in una spirale che si autoalimenta, l’aumento delle specie predatrici, con conseguente ‘necessita’ di ricorso al loro contenimento. Il mondo venatorio è l’unico a beneficiare di questa abbondanza di specie e, non a caso, sono proprio i cacciatori che hanno distribuito e fatto proliferare alcune specie sul nostro territorio regionale”. E attacca: “L’obbiettivo del sovrappopolamento indotto, ormai nemmeno troppo nascosto, è quello di aumentare il numero di abbattimenti di capi di fauna selvatica, utilizzando anche interventi di formazione, sensibilizzazione ed educazione di cacciatori e sele-controllori e, allo stesso tempo, sostenendo una filiera, ormai consolidata e ben avviata, di lavorazione delle carni che possa favorirne la vendita e il consumo, creando reddito attraverso la caccia, come dimostrano i numeri degli abbattimenti avvenuti nell’ultimo triennio: per esempio 33.375 capi di caprioli e 76.480 capi di cinghiale, a cui bisognerebbe aggiungere il numero dei capi non censiti derivanti da attività illegali. Questi numeri- continua Gibertoni- dimostrano, in maniera incontrovertibile, che la sovrappopolazione rappresenta un problema per alcuni agricoltori, ma soprattutto una risorsa per coloro che ne curano l’abbattimento sicché praticare la caccia sta diventando un modo per realizzare un investimento molto produttivo, a costo zero e senza alcun rischio di impresa”. La consigliera invita l’esecutivo di viale Aldo Moro anche ad “apportare modifiche alla legislazione regionalevigente, con il divieto assoluto di ripopolare, tramite immissioni” e a “emanare un provvedimento urgente che sottragga, da subito, la caccia selettiva ad ogni forma di corrispettivo, in termini economici, o comunque di utilità economica legata al conferimento della fauna abbattuta, facendo confluire tutti gli eventuali introiti su appositi capitoli del bilancio da utilizzare esclusivamente per la protezione e gestione della fauna selvatica e delle oasi naturalistiche”. “

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