Trovare soluzioni alternative alla caccia in deroga per ridurre i danni dello storno all’agricoltura.
Forte di una sentenza del Tar delle Marche che ha stabilito che la caccia in deroga allo storno può essere, appunto, una deroga e n on una serie di deroghe che trasformano quella che dovrebbe essere un’eccezione in una regola, Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) chiede alla giunta, in un’interrogazione, di fare chiarezza sulle modalità di controllo dello storno.
“La Regione Emilia-Romagna ha mantenuto, per il proseguimento del Piano quinquennale di controllo dello storno, anche per l’anno 2022, invariato il numero massimo di 25.000 individui abbattibili sull’intero territorio regionale, ripartiti tra i diversi territori provinciali, analogamente a quanto già previsto per l’anno 2018 e riconfermato poi per gli anni 2019, 2020 e 2021 rispettivamente con le deliberazioni di giunta 699/2019, 432/2020 e 686/2021”, spiega Gibertoni, che ricorda come “la caccia di selezione allo storno, specie protetta, può essere autorizzata soltanto previa verifica di stringenti condizioni, in rapporto al numero e alla dannosità delle popolazioni insistenti in un dato territorio e soltanto in assenza di altre soluzioni soddisfacenti, in via eccezionale e per periodi limitati, le deroghe devono essere giustificate da un’analisi puntuale dei presupposti e delle condizioni e devono menzionare la valutazione sull’assenza di altre soluzioni soddisfacenti, mentre in realtà con la riproposizione di anno in anno della stessa deroga si è, di fatto, autorizzata la caccia allo storno, e nella stessa delibera di giunta regionale 758/2022 si dice che ‘con particolare riferimento al numero di capi abbattuti in ogni provincia e all’andamento dei danni causati dalla specie sulle produzioni agricole, dalla quale si evince la ricaduta positiva dell’attività svolta’, senza meglio precisare se l’andamento dei danni sia calante, circostanza che giustificherebbe la riduzione del numero dei capi abbattibili di esemplari di storno sul territorio regionale”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere “quale sia stato l’andamento dei danni all’agricoltura, anno per anno negli ultimi 10 anni, provocati dalla specie storno e in parallelo quale sia stato l’andamento della caccia in deroga dello stesso a norma dell’articolo 19 della legge 157/1992, e se non ritenga opportuno verificare realmente l’assenza di altre soluzioni non violente soddisfacenti, al fine di contenere i danni”.
Gibertoni vuole inoltre sapere dall’esecutivo “se non ritenga di smettere di nascondersi dietro alla riproposizione continua di deroghe ai divieti di caccia, dato che, autorizzando deroghe ogni anno, si è di fatto autorizzata la permanente caccia allo storno in Emilia-Romagna”.
(Luca Molinari)