Ambiente e territorio

Gruppo Misto: sono calati i danni, bisogna sospendere il piano di controllo degli storni

“L’andamento continuamente calante dei danni e l’esistenza di mezzi di protezione efficaci giustificherebbero l’azzeramento, o quanto meno la riduzione molto consistente, del numero di esemplari di storno cacciabili sul territorio regionale”

Lo storno provoca sempre meno danni all’agricoltura: bisogna sospendere per l’anno 2024 l’attuazione del Piano quinquennale di controllo del volatile.

A chiederlo, in un’interrogazione, è la consigliera del Gruppo Misto che ricorda come “in Emilia-Romagna lo storno è diventata una specie da non cacciabile a più che cacciabile, tanto che nei 13 anni che vanno dal 2009 al 2022 il numero di esemplari di Storno complessivamente uccisi sul territorio regionale è stato pari a 1.300.000 esemplari. Un andamento continuamente calante dei danni e l’esistenza di mezzi di protezione efficaci giustificherebbero l’azzeramento, o quanto meno la riduzione molto consistente, del numero di esemplari di storno cacciabili sul territorio regionale;”.

Questo è avvenuto, spiega la consigliera “con la riproposizione di anno in anno della stessa deroga insieme con piani di controllo sostanzialmente analoghi di anno in anno, misure che, di fatto, hanno autorizzato la caccia allo Storno, violando lo spirito della norma comunitaria e nazionale. Il T.A.R. delle Marche, in una sentenza del 2021, in merito alla caccia in deroga dello Storno, ha chiarito il concetto di ‘prelievo in deroga’, ossia un provvedimento di carattere eccezionale, e non ripetibile di fatto burocraticamente di anno in anno come operato dalla Regione Emilia-Romagna, a cui ricorrere solo in assenza di altre soluzioni soddisfacenti e che non può quindi trasformarsi in una mera attività dilettevole con cui uccidere specie che in prima battuta dovrebbero essere assolutamente protette”.

(Luca Molinari)

La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 12 aprile 2024 è soggetta alle disposizioni in materia di “par condicio” (legge 28/2000)

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