Con l’esame definitivo di emendamenti e integrazioni, la Commissione politiche economiche presieduta da Manuela Rontini conclude il percorso del documento triennale di attuazione 2022-2024 del Piano Energetico Regionale e consegna il documento per la discussione dell’Assemblea il prossimo 6 dicembre.
43 le proposte emendative (di cui 7 subemendamenti) prese in considerazione, con la giunta che ha fatto la parte del leone proponendo ben 15 addendum. A seguire 3 gli emendamenti proposti dai 5 Stelle, 10 (di cui un subemendamento) da Europa Verde, 9 (di cui 4 subemendamenti) dalla relatrice di maggioranza Giulia Pigoni (Lista Bonaccini) e 10 (di cui due subemendamenti) per il relatore di minoranza Emiliano Occhi (Lega).
Il Piano, in sintesi, potrà contare su risorse pubbliche per 4,5 miliardi di euro. I fondi 2022-2024 prevedono poco più di 2 miliardi di euro dal Pnrr, ulteriori risorse dallo Stato per 1,7 mld, 301 milioni dal Fesr, 58 dal Fse e 423 milioni dalla Regione. Il documento approvato per il triennio 2017-19 è stato prorogato fino ad oggi, ma alcuni parametri sono stati modificati dalla Ue. Rispetto al 2030, il target è più alto. Con REPowerEU, le rinnovabili sono state portate al 45%, il calo di emissioni al 55% e il risparmio al 32. La Regione opera su tre grandi asset: abitare, mobilità e produzione, declinati su 8 assi: ricerca e formazione, infrastrutture e reti (al cui interno ci sono le Comunità energetiche e l’idrogeno verde), la transizione energetica per le imprese, la riqualificazione e i privati, la rigenerazione urbana e il patrimonio pubblico, la mobilità intelligente, il rapporto con gli Enti locali (monitoraggio, City manager) e le azioni trasversali di sistema (protocolli e intese con terzi, attività del Comitato tecnico scientifico).
La relatrice di maggioranza Giulia Pigoni (Lista Bonaccini) ha proposto modifiche nella parte del monitoraggio del piano, per la formazione degli studenti sensibilizzandoli alla transizione energetica oltre ad un focus sulle reti per capire come utilizzare al meglio le fonti rinnovabili. Altre proposte riguardano “il gas quale piattaforma energetica per arrivare alla transizione e per il doppio uso integrato del suolo con tecniche agrovoltaiche”.
Il relatore di minoranza Emiliano Occhi (Lega), invece, chiede specifici chiarimenti su fenomeni di subsidenza conosciuti legati ad un aumento estrattivo di idrocarburi oltre a specifici inviti ad aumentare l’uso dell’idroelettrico e del geotermico, richiedendo esplicitamente altresì “che la transizione tenga conto delle esigenze di mobilità dei cittadini senza distruggerne le domande” .
Gli emendamenti proposti da Silvia Piccinini (M5S), invece, vertono sull’aspetto formativo del Piano. La pentastellata chiede che venga data “grande attenzione ai centri di formazione per creare quelle professionalità utili a gestire e intervenire sulle fonti rinnovabili”.
(Luca Boccaletti)