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Ambiente. In commissione il rapporto sui Parchi: “Il turismo potrebbe garantire più finanziamenti al sistema delle Aree protette”

Assessore Lori: “Nel prossimo triennio la Regione investirà 3,6 milioni. Occorre rivedere la governance e presto si insedierà un tavolo di confronto”. Zamboni (Europa verde): “Serve una cabina di regia”. Occhi (Lega): “Coniugare ecologia, economia e vita delle comunità”

Un rapporto che spiega come venga attuata la legge sul sistema regionale delle Aree protette e dei siti di Rete Natura 2000. Una relazione, quella presentata in commissione Territorio e ambiente, presieduta da Stefano Caliandro, dall’assessore alla Montagna, aree interne, programmazione territoriale, Barbara Lori, che evidenzia punti a favore dell’ambiente regionale, ma anche alcune criticità. L’assessore ricorda che nel prossimo triennio ci saranno risorse per 3,6 milioni di euro. Negli interventi dei consiglieri regionali emergono rilievi in merito al finanziamento, alla governance della gestione dei vari Parchi e alle necessità di stimolare il turismo per rendere economicamente sostenibili le aree.

La legge regionale in materia è la numero 24 del 2011. L’assessore, coadiuvata dai tecnici, ha presentato il Rapporto sull’attuazione della legge e sugli effetti relativi al miglioramento qualitativo della gestione del sistema regionale delle Aree protette e dei siti Rete Natura 2000. Il Rapporto è triennale e quello discusso è relativo al 2019.

Attraverso alcune slide, l’assessorato ha descritto un assetto “che è copiato anche da altre Regioni”. Sono 5 gli enti di gestione per la conservazione delle aree attraverso istituti di tutela e strumenti per conservare e tutelare la biodiversità. La strategia europea 2030 punta a migliorare l’efficacia dei siti di Rete Natura 2000 razionalizzando la spesa, costruendo enti specializzati in questa funzione e integrando la tutela della biodiversità anche per il sistema marino e costiero. Il carico di competenze degli Enti di gestione è “importante” e tra questi c’è il “coordinamento e la collaborazione con gli Enti parchi nazionali per costruire una rete fra gli enti e superare la frammentazione”. Il contributo della Regione “è cresciuto negli anni ed è importante”. Dal 2018 sono venuti meno i finanziamenti delle Province e la Regione ha stanziato 5,9 milioni di euro, una cifra che è superiore del 50% ai fondi che provengono dagli Enti Parco. Una situazione, quella della gestione, diversa fra i vari Parchi. Quello dell’Emilia centrale, ad esempio, è migliore di altri, grazie alle entrate che provengono dai tesserini per la raccolta di funghi e per la caccia.

La voce principale di spesa è legata al personale. Ogni Ente ha un Piano territoriale del parco, strumento con cui governa. Ogni anno, i parchi regionali attuano duemila iniziative, accolgono 70 mila visitatori tra adulti e

bambini, per una spesa di 400mila euro.

La prima a intervenire è stata la consigliera di Europa Verde, Silvia Zamboni, la quale ha sottolineato, nonostante la bontà di tante iniziative ambientali, come ci siano delle criticità. “Fra le più evidenti- ha affermato – c’è un modesto incremento dell’area protetta dal 15,8% del 2016 al 16,3% del 2019. Al contrario, aumenta il consumo di suolo e nel solo 2019 sono state concesse 428 autorizzazioni edilizie. A dieci anni dalla legge 24 del 2011 non è stato istituito l’osservatorio sulla biodiversità, solo 9 Parchi su 15 hanno un piano territoriale approvato e solo 3 hanno la vigilanza (altri hanno personale in convenzione come le Guardie ecologiche volontarie)”. Il diverso funzionamento, inoltre, potrebbe dipendere dai fondi che la Regione dovrebbe aumentare e Zamboni propone “una cabina di regia per ottimizzare i risultati delle gestioni, ponendo obiettivi standard grazie all’indicazione di indirizzi vincolanti”. Nella governance, poi, andrebbero inseriti rappresentanti di agricoltori e associazioni ambientaliste.

Emiliano Occhi (Lega) ha sostenuto che “serve una nuova visione dei Parchi che coniughi ecologia, economia e vita delle comunità. Oggi il core business dei Parchi è la tutela ambientale”. I costi sono alti, ha rimarcato Occhi, e la Regione dà tanto in spese correnti e investimenti, ma i Parchi dovrebbero autofinanziarsi. “Invece che essere santuari, grazie a una visione ideologica, dovrebbero promuovere il turismo- afferma il consigliere – e creare una sinergia con le comunità per far fruire i Parchi ai visitatori, con iniziative ricreative”. Per Occhi, servono manager qualificati e “un’attività di pianificazione a lungo periodo che recepisca al meglio le evoluzioni normative, anche rispetto all’uso dei fondi a cui si può accedere”.

Anche per Igor Taruffi (Emilia-Romagna coraggiosa) “il turismo ambientale può caratterizzare la nostra regione. La sostenibilità ambientale si deve accompagnare a quella economica. Vanno investite e stanziate risorse, per i territori con vocazioni ambientali e paesaggistiche, al fine di sfruttare il turismo 12 mesi l’anno”.

Sulla necessità di mettere insieme diversi soggetti interessati è intervenuto Marco Fabbri (Pd): “I Parchi devono unire diversi mondi con la necessità di uno sviluppo territoriale. Ecologia, economia e comunità, oltre a tutela ambientale e valorizzazione turistica, devono stare insieme. Il Parco è anche un motore economico dei territori e della montagna e devono essere al centro dell’attenzione”. Fabbri ha detto che “l’autofinanziamento è difficile, perché i Parchi non hanno beni propri né impongono tributi. Credo che l’impegno principale vada in direzione di un impegno comune che valorizzi i Parchi in chiave turistica ed economica”.

In conclusione, l’assessore Lori ha affermato che “il sistema è frammentato e la capacità riorganizzativa dei territori ha avuto velocità differenti. Serve una condivisione della strategia. Il core business dei Parchi è la salvaguardia e la valorizzazione ambientale. Non c’è turismo, però, se alla base non c’è la tutela della natura. Apriremo un tavolo di confronto con i Parchi, ma anche con i diversi livelli di governance degli stessi. Presentare il Rapporto ogni tre anni dà uno spaccato rilevante dell’attività, mentre renderlo annuale farebbe avere una visione più limitata. Nel triennio 2021-2023 sono previste risorse per 3,6 milioni di eur, da investire nei Parchi. Infine, ritengo che vadano chiariti i livelli di governance rispetto agli investimenti della Regione”.

 

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