Un programma che “consenta ai pescherecci di conferire i rifiuti raccolti presso i porti”, poi “agevolazioni e benefici economici ai pescatori impegnati in tale opera di pulizia” e “sanzioni per chi rilascia in mare le ‘calze’ in plastica usate negli allevamenti di cozze”, anche eventualmente con “segni distintivi dell’allevamento di appartenenza”.
Sono le proposte contenute in una risoluzione presentata dal Gruppo Pd, primo firmatario Giorgio Pruccoli – e approvata poi all’unanimità dall’Assemblea legislativa regionale dopo il sì a sei emendamenti di Andrea Bertani (M5s) – per affrontare il problema della “notevole quantità di rifiuti, circa 50 chilogrammi al giorno, che i pescherecci emiliano-romagnoli raccolgono insieme al pescato, puntualmente ributtati a mare poiché non esistono punti di conferimento”.
Come ha spiegato Pruccoli in Aula, “la produttività del mare Adriatico, sia in termini di pesca che di richiamo turistico, è indissolubilmente legata ad un approccio consapevole e sostenibile”, ma “la consistente presenza di rifiuti sul fondale marino si traduce in un immediato danno ambientale ed economico, senza considerare il pericolo che essi costituiscono per la navigazione”. A tal proposito, il consigliere del Pd ha avvertito che “spesso gli addetti ai lavori liberano gli scarti di lavorazione in mare, tra questi vi sono le cosiddette ‘calze’ in plastica, che servono per far attecchire le cozze, se ne possono trovare residui lungo le battigie, ma molte di più sono quelle che rimangono sul fondo marino dal momento che vengono prodotte quotidianamente”.
Massimiliano Pompignoli (Ln) è intervenuto per annunciare il sostegno del suo Gruppo al documento, perché “è necessario preservare il nostro mare e le nostre coste, una delle più grandi ricchezze dell’Emilia-Romagna”.
Andrea Bertani (M5s) ha presentato i suoi sette emendamenti, dei quali è stato bocciato solo quello che chiedeva sanzioni solo per chi “volontariamente” rilascia in mare le ‘calze’ delle cozze. Tra le modifiche approvate, le più significative riguardano l’istituzione nel Piano regionale di gestione dei rifiuti di una apposita sezione dedicata ai rifiuti marini e il richiamo alla sperimentazione, effettuata dalla Fondazione Centro di ricerche marine di Cesenatico, di ‘calzette’ biodegradabili.
(jf)