La giunta si attivi per attuare una deroga alle norme che “pongono le responsabilità in capo ai proprietari frontisti in merito alla sistemazione dell’invaso dei fiumi privi di arginatura, come peraltro già realizzato in diverse discipline di settore con la Legge 100/2023”.
L’interrogazione di Marco Mastacchi, capogruppo di Rete civica, è stata discussa in commissione Territorio, ambiente e mobilità, presieduta da Stefano Caliandro. La richiesta del consigliere, rivolta alla Regione, voleva anche sapere se si fosse “prontamente attivata e con quali modalità per inserire le sistemazioni dell’invaso dei fiumi privi di arginatura nelle richieste dei danni dovuti all’alluvione, per realizzare opere di ripristino e ricostruzione”. Oggi, ha scandito Mastacchi “chi vive vicino ai corsi d’acqua senza argini, in particolare a quelli devastati dall’alluvione, non interviene per paura delle multe,perché si tratta di terreno demaniale. Dopo l’alluvione, delle due l’una: o è responsabilità del privato mantenere la pulizia e la sicurezza, e intervenire, o si ha una rigida applicazione delle regola”.
L’assessora all’Ambiente, Irene Priolo, ha risposto che “da 10 anni la Regione consente l’accesso ai corsi d’acqua demaniali per raccogliere legname, dopo una comunicazione. La pulizia dell’alveo o la difesa della sponda si possono fare, ma con un’autorizzazione (come prevede il Regio decreto del 1904). È stata illustrata al commissario per la ricostruzione la situazione dei corsi d’acqua senza arginature. Le deroghe devono garantire l’accelerazione degli interventi programmati, in questa situazione eccezionale”.
Marco Mastacchi si è detto “parzialmente soddisfatto. Bene gli interventi della Regione, ma un po’ meno bene riguardo alla chiarezza delle norme. I cittadini devono sapere come comportarsi”.
Il consigliere ha preso le mosse dalle segnalazioni “secondo le quali la Regione non intende procedere alla sistemazione dell’invaso dei fiumi privi di arginatura, assumendo come motivazione che nelle zone prive di arginatura la gestione sarebbe a carico dei frontisti”. La denuncia lascia supporre, continua Mastacchi, “che le sistemazioni dell’invaso dei fiumi privi di arginatura non verranno inserite nelle richieste di danni dell‘alluvione né nelle opere di ripristino e ricostruzione”. Le piogge eccezionali “e i danni che sono scaturiti con l’alluvione potevano essere sicuramente ridotti da una gestione del territorio più puntuale”, sottolinea il consigliere, che prosegue ricordando come ad allevatori, agricoltori e frontisti “era vietata qualsiasi attività vicino ai corsi dei fiumi, la cura del bosco o la pulizia degli alvei o anche solo la rimozione di un ramo dal letto dei fiumi”. Inoltre, la Regione è stata disattenta non sistemando gli invasi dei fiumi.
C’è poi un aspetto giuridico. La legge 100 del luglio 2023 ha permesso deroghe a diverse discipline di settore. Un Regio decreto del 1904 stabilisce che la responsabilità della manutenzione di fossi e corsi d’acqua spetti ai proprietari frontisti.
(Gianfranco Salvatori)