Con un’interrogazione Michele Barcaiuolo (Fratelli d’Italia) vuole sapere dal governo regionale “se intenda collaborare con le singole amministrazioni del Frignano all’individuazione di un’idonea area per il conferimento dei rifiuti edili, con destinazione artigianale e che possa ospitare attività insalubre, come previsto dalla normativa”.
Lo smaltimento dei rifiuti edili, spiega il consigliere, “è soggetto a norme specifiche e se non rispettate possono essere applicate sanzioni penali e multe elevate (i rifiuti generati sono rifiuti speciali)”. È quindi necessario, aggiunge, “smaltire i rifiuti nella giusta modalità̀ e cercare di riutilizzarli, per quanto possibile”.
Da gennaio 2021, rimarca poi il politico modenese, “i centri di raccolta comunali, con la modifica della normativa in materia, non possono più raccogliere rifiuti inerti (l’insieme di scarti da costruzione o demolizione), anche se prodotti da piccole demolizioni casalinghe”.
Relativamente al territorio dell’Appennino modenese, sottolinea Barcaiuolo, “comprendente in particolare i dieci comuni del Frignano e dell’Alto Frignano (Serramazzoni, Pavullo, Lama Mocogno, Polinago, Montecreto, Sestola, Fanano, Riolunato, Pievepelago, Fiumalbo), preme sottolineare come l’isola di conferimento dei rifiuti edili più vicina sia quella di Sassuolo, distante anche più di 70 chilometri dal comune più a sud, Fiumalbo”. Il prezzo medio per lo smaltimento dei calcinacci (rivestimenti, piastrelle, murature, massetti), rileva l’esponete Fdi, “oscilla tra i 20 euro a metro cubo e i 45 euro, mentre per i materiali isolanti, come la guaina, si può arrivare anche a 100 euro a metro cubo”. Il rischio altissimo, conclude il consigliere, “è quindi quello dell’abbandono di questi rifiuti”.
(Cristian Casali)