Con un’interrogazione al governo regionale Giulia Gibertoni (Misto) vuole sapere le motivazioni della sospensione del progetto di educazione ambientale denominato “Dea Minerva”, rivolto alle scuole di Savignano sul Panaro, nel modenese. Un progetto didattico, avviato nel 2012, sulla raccolta differenziata che aveva l’obiettivo di evitare gli sprechi (con un riciclaggio consapevole). Iniziativa che da programma si sarebbe, nel tempo, dovuta estendere anche ad altre realtà territoriale del modenese. La consigliera rileva, infatti, che “nel 2013 la raccolta era stata di oltre 48 tonnellate di materia, nel 2014 di oltre 118 tonnellate e nel 2015 di oltre 216 tonnellate, con i proventi della vendita (in particolare plastica) direttamente attribuiti alle scuole savignanesi (Istituto comprensivo di Savignano sul Panaro): 2.800 euro nel 2012, 5.800 euro nel 2013, 10.100 euro nel 2014 e 16.000 euro nel 2015”. Ma lo scorso settembre, all’inizio dell’anno scolastico, sottolinea la firmataria dell’atto, “genitori e alunni hanno scoperto che il progetto era stato sospeso”. Per Gibertoni c’è però una coincidenza sospetta: “Negli stessi mesi la multiutility Hera veniva infatti autorizzata a bruciare nell’inceneritore di Modena anche i fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane (6.300 tonnellate per anno): in questo processo il fango deve essere miscelato abbondantemente con rifiuti di altro tipo, con alto potere calorifico come le plastiche (peraltro solo cinque mesi prima Arpae aveva negato a Hera l’autorizzazione ad attivare questa procedura di combustione perché considerata poco sicura, per la presenza di metalli nei fanghi)”. La consigliere chiede quindi all’esecutivo regionale di attivarsi per riprendere il progetto, estendendolo anche ad altri territori del modenese, vuole poi sapere le cause dello stop e se ci sia lo zampino di Hera.
26 Giugno 2020
Ambiente Modena. Gibertoni: “Chiuso il progetto “Dea Minerva” a Savignano, c’entra anche Hera?”
“Negli stessi mesi la multiutility Hera veniva infatti autorizzata a bruciare nell’inceneritore di Modena anche i fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane (6.300 tonnellate per anno)”
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26 Giugno 2020