Dare certezza sulla data di spegnimento definitivo dell’inceneritore di Modena.
È il quesito che Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) rivolge alla giunta ricordando come nell’impianto modenese, nato 45 anni fa, nel corso del 2022 siano state bruciate 205 mila tonnellate di rifiuti di cui 109 costituiti da rifiuti urbani della provincia a fronte di oltre 73 mila tonnellate di rifiuti speciali tra cui fanghi “malgrado le perplessità che erano state già espresse nell’atto di diniego assunto da ARPAE nel 2019 per il basso potere calorifero e la significativa presenza di metalli pesanti (cadmio, mercurio, nichel, piombo) in tale materiale”.
Nel rimarcare come “il miglioramento della raccolta differenziata dei rifiuti di Modena e l’impegno dei cittadini modenesi per ottenere questo risultato, malgrado gli evidenti deficit organizzativi messi in luce da ogni parte, non ha sostanzialmente effetto sui rifiuti bruciati nell’inceneritore e sull’inquinamento da esso prodotto”, Gibertoni sottolinea ancora il sensibile aumento dei rifiuti speciali trattati (dalle 49 mila tonnellate dei primi otto mesi del 2022 alle 57 mila tonnellate nello stesso periodo del 2023) portando alla conclusione che “l’impianto di incenerimento di Modena non sia a servizio della città di Modena e dei suoi cittadini ma di Herambiente e dei suoi interessi e strategie commerciali e di profitto”.
Detto questo, Giulia Gibertoni chiede un’indagine sugli effetti dell’inquinamento sulla salute dei cittadini e auspica che venga chiesto ad Herambiente di non compensare nell’inceneritore l’eventuale calo di rifiuti prodotti a Modena con altri provenienti da fuori provincia o con rifiuti speciali.
(Luca Boccaletti)