La Regione annulli la delibera “con la quale è stata approvata positivamente la Valutazione di Impatto Ambientale del Progetto (per la discarica di Finale Emilia, ndr) rinunciando all’opposizione in sede di Tribunale amministrativo regionale nel contenzioso, attualmente pendente, e la cui pronuncia è prevista per il prossimo 12 maggio”. Inoltre, la Giunta dica se intende costituirsi parte civile davanti al Gup (giudice udienza preliminare) all’udienza del 31 marzo e spieghi “quale sarà la posizione che terrà la Regione Emilia-Romagna nell’ambito della Conferenza dei Servizi, attivata dal Comune di Finale Emilia per “avviare la caratterizzazione e la messa in sicurezza del sito potenzialmente contaminato”.
L’interrogazione della consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) accende i riflettori sull’impianto nel comune di Finale Emilia (Modena).
L’ok alla procedura di Via venne data con la delibera 356 del 2019 e prevedeva una “volumetria aggiuntiva di 1.860.000 metri cubi in cui smaltire complessivamente circa 1.488.000 ulteriori tonnellate di rifiuti. Sulla base della “risultanze della Conferenza dei Servizi e della posizione prevalente ivi formatasi” venne concesso il sì alla Via del progetto, a patto che la capacità venisse ridotta di 300mila tonnellate.
Gibertoni ripercorre la storia dell’inchiesta che nel dicembre 2019 portò a dieci avvisi di garanzia, e al sequestro della discarica, da parte della procura di Modena che ipotizzò i reati, a vario titolo, di abuso d’ufficio, falso ideologico e rifiuto di atti d’ufficio, oltre a reati di natura ambientale, tra amministratori, funzionari locali e dirigenti della società che erano in carica negli anni 2015 e 2016, periodo di accertamento dei fatti contestati. La discarica è tuttora sotto sequestro, “con un provvedimento che impedisce, di fatto, l’inizio dei lavori di ampliamento della discarica, già autorizzati dalla Regione Emilia Romagna con la suddetta delibera di Giunta regionale n. 356/2019” afferma Gibertoni.
Dall’inchiesta sono usciti l’ex Sindaco di Finale Emilia e gli ex responsabili economato-patrimonio ambiente e lavori pubblici del Comune e il Segretario comunale reggente, sempre del Comune di Finale Emilia, “mentre rimarrebbero indagati, per i potenziali reati in danno ambientale, sia i funzionari di ARPAE che quelli del settore ambiente della Provincia di Modena, nonché gli ex manager e vertici aziendali di Feronia s.r.l. (società partecipata per il 70% delle quote da Herambiente S.p.a. e per il 30% da Sorgea s.r.l.) nel 2015-2016”. Da allora, sottolinea la consigliera nulla è cambiato e rimane l’inquinamento del suolo e delle falde acquifere. La discarica e il progettato ampliamento, scrive Gibertoni, “si collocherebbero in un’area inidonea a ospitare impianti di smaltimento rifiuti in quanto zona esondabile e alluvionabile”.
(Gianfranco Salvatori)