Ambiente e territorio

Ok in Aula a risoluzione Piccinini (M5s) per la promozione delle comunità energetiche da fonti rinnovabili

Previsti incentivi e sconti in bolletta. La produzione avverrà a livello di condominio, piccole imprese ed enti pubblici. Piccinini: “La transizione energetica porterà benefici ambientali ed economici”

Sì dell’Aula alla promozione delle comunità energetiche. L’assemblea legislativa ha approvato la risoluzione della consigliera Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle) che chiedeva di promuovere comunità energetiche da fonti rinnovabili, coinvolgendo pubblico e privato; di mettere a disposizione le informazioni per creare queste comunità; di promuovere e valutare, anche con Anci e Upi, la possibilità di mettere a disposizione e utilizzare le coperture degli edifici pubblici per installare impianti fotovoltaici.

Le comunità – che dovranno essere senza fine di lucro – potrebbero essere partecipate oltre che dai condomini, anche da altri soggetti, come le piccole e medie imprese o gli Enti locali. La proposta – ha spiegato la capogruppo 5 stelle – “vuole favorire la transizione energetica ed ecologica del sistema elettrico del nostro Paese, con benefici ambientali, economici e sociali per i cittadini che saranno responsabilizzati”. Fra l’altro, si prevede uno sconto in bolletta e 100 euro per ogni megawatt prodotto. Sul piano ambientale, si ipotizza una calo della dispersione di energia del 6,7%. “E’ un sistema – ha affermato Piccinini – che va diffuso, sostenuto e fatto conoscere. Alcuni comuni si stanno già attivando. Lo sviluppo passa attraverso l’autoproduzione e l’autoconsumo”. Piccinini vede il rischio burocrazia, ma non lo ritiene insormontabile e dice “che il superbonus al 110% ha prodotto 596 cantieri e 60 milioni di investimenti”.

Il consigliere Emiliano Occhi (Lega) ha presentato un emendamento – poi respinto – che chiedeva di togliere dal testo il fatto che il sostegno in bolletta venisse concesso solo a chi si trova in situazioni di disagio economico, perché sarebbe un’ulteriore complicazione. Il consigliere ha sostenuto che vanno promosse tutte le tecnologie che puntano all’innovazione. Ha poi evidenziato il rischio burocrazia, che potrebbe complicare la vita dei cittadini per accedere agli incentivi, e ha ricordato, come esempio, “che solo per recepire la normativa europea ‘Red’ si è dovuto fare il decreto Milleproroghe, una delibera del Gse e una di Arera. Ora, inoltre, si è aggiunta una circolare dell’Agenzia delle entrate che spiega come muoversi nella giungla degli incentivi”. Infine, secondo una stima, un’adesione solo del 5% potrebbe far ridurre l’anidride carbonica di 3,6 milioni di tonnellate: “L’Italia nel 2017 ha emesso 355 milioni di tonnellate tonnellate di Co2, cioè circa l’1%. Ma la Cina nel 2017 ne ha prodotte 10 miliardi di tonnellate e la Germania 800 milioni. Che impatto avranno, globalmente, le comunità energetiche?”. La Lega, nel voto finale, si è astenuta.

Secondo Marco Fabbri (Partito democratico) “la comunità è un piccolo passo, che, però, rappresenta un grande cambiamento culturale. La transizione ecologica si deve basare sull’alfabetizzazione dei cittadini e sulla loro partecipazione. Il concetto di cittadinanza attiva è declinato nella partecipazione diretta, basata sul senso civico e sull’appartenenza alla comunità”. Innegabili, inoltre, l’efficienza e la riduzione dell’inquinamento con il passaggio dall’energia prodotta dal fossile a quella proveniente delle rinnovabili “che è l’obiettivo del Green new deal europeo entro il 2050”.

Andrea Costa (Pd) ha scandito che “le comunità energetiche troveranno spazio nel Piano energetico della Regione, che ragiona anche su altre fonti e sull’idrogeno. Oltre che avere reti di consumatori e produttori di energia elettrica, quindi pulita, una riduzione dell’inquinamento e un risparmio, si avrebbero benefici anche dal punto di vista sociale. Il regista dovrà essere pubblico”. E su questo punto c’è una riflessione in atto. Il Gse, ha spiegato, “sta pensando di allargare la platea ad altri soggetti pubblici come le Camere di commercio o la Ausl”. La comunità energetiche aiuteranno quelle famiglie che sono in difficoltà: “In Italia negli ultimi 10 anni, le famiglie hanno visto l’aumento del 35% del costo dell’energia elettrica per usi domestici”.

Silvia Zamboni (Europa Verde) ha sottolineato come “le comunità possono dare un contributo alla decarbonizzazione, decentrando la produzione di energia rinnovabile, non più concentrata in grandi impianti”. La consigliera ha ammonito a prestare attenzione ai possibili ostacoli, che già si intravedono, posti dalla burocrazia. Oltre alla riduzione degli inquinanti, Zamboni afferma che “ci sarebbero nuovi investimenti stimati in 13 miliardi, nel periodo 2021-2030. I vantaggi sarebbero ambientali e occupazionali. Positivo l’intervento di soggetti collettivi, ma sarà necessario informare e comunicare sulla possibilità delle comunità energetiche”.

Igor Taruffi (Emilia-Romagna coraggiosa) ha ricordato che “si tratta di temi su cui il nostro gruppo insiste da tempo. Occorre sostenere la transizione ecologica, una strada su cui ci si deve indirizzare con convinzione e senza pastoie burocratiche”.

Per Marco Lisei (Fdi) “ancora una volta l’ideologia del M5s ha prevalso sul buon senso, che, peraltro, di rado contraddistingue gli amministratori di questa forza politica. Fratelli d’Italia avrebbe votato a favore della risoluzione se fosse stato accolto l’emendamento della Lega affinché i benefici delle comunità energetiche rinnovabili venissero estesi a tutti e non limitati a pochi”.

(Gianfranco Salvatori)

Ambiente e territorio