Fare chiarezza sull’autorizzazione da parte della Regione Emilia-Romagna al progetto di ricerca mineraria “Corchia”, in una vasta area dell’Appennino parmense occidentale, compresa nei comuni di Berceto e Borgo Val di Taro in provincia di Parma.
A chiederlo, in un’interrogazione, è Fabio Rainieri (Lega) che ricorda come “pare inopportuno concedere ad una multinazionale che non ha la finalità disinteressata di ricercare nei sottosuoli ma quella di ricavare profitti da escavazioni minerarie, l’autorizzazione ad una ricerca mineraria che, in caso di reperimento di materiale interessante, porterebbe da parte della stessa ad un progetto di coltivazione mineraria sulla quale le istituzioni e le popolazioni locali hanno espresso la più ferma contrarietà e
la Regione Emilia-Romagna ha già dichiarato di essere contraria all’autorizzazione, consapevole dei danni ambientali, economici e sociali che tale attività comporterebbe sull’area interessata e su quelle a valle di essa in riferimento ai gravi e molto probabili rischi di inquinamento per l’approvvigionamento idrico e di danni di immagine alle produzioni agroalimentari”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere dalla giunta “se risponde al vero che per l’autorizzazione definitiva al progetto “Nuovo Permesso di Ricerca Mineraria “Corchia” per Rame Piombo, Zinco, Argento, Oro, Cobalto, Nickel e minerali associati”, presentato da Energia Minerals
S.r.l.”, occorre un ulteriore passaggio da parte della Regione Emilia-Romagna, di quale atto si tratta e quali ne sono i tempi. Se nel termine “Cave” di cui la normativa regionale per le “Misure general di conservazione dei siti di Natura 2000 (SIC e ZPS) dell’Emilia-Romagna”
vieta l’apertura o l’ampliamento in detti siti protetti rientrano anche le miniere e le attività estrattive e non esistono comunque nell’are interessata dal progetto di ricerca strumenti anteriori di pianificazione generali e di settore che ne consentano l’apertura”.
Rainieri chiede inoltre all’amministrazione regionale di chiarire “se ritiene comunque opportuno quale ente gestore dei siti Natura 2000 interessati vietarne l’asportazione di materiale mineralogico e paleontologico, così come consentito dalla stessa normativa regionale per le “Misure generali di conservazione dei siti di Natura 2000 (SIC e ZPS)
dell’Emilia-Romagna” indicando le motivazioni della propria decisione sia nel caso di diniego che in quello di autorizzazione”.