E’ stata presentata la proposta di Direttiva europea e del Consiglio europeo sulla prestazione energetica in edilizia che dovranno avere gli edifici per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. L’Italia dovrà avere un parco edifici decarbonizzato entro il 2050 e rispondere a una serie di requisiti per migliorare le prestazioni energetiche.
Un tecnico di Arter ha presentato l’impianto della Direttiva alla commissioni congiunte Bilancio (presieduta da Massimiliano Pompignoli) e Territorio, ambiente e mobilità (presieduta da Stefano Caliandro). La commissione Territorio ha espresso parer favorevole, mentre la commissione Bilancio approfondirà il tema in una successiva convocazione ed esaminerà gli emendamenti proposti da Forza Italia (4) e Lega (1). Molti i punti critici evidenziati dai consiglieri e anche dalla stessa Giunta.
Tre i temi indicati nella Direttiva: patrimonio edilizio esistente per ristrutturazione; definizione dei requisiti minimi per le nuove case a emissioni zero e povertà energetica; certificazione dei professionisti.
L’opinione, secondo la Regione, è positiva. In Emilia-Romagna ci sono 2,3 milioni di edifici residenziali e il 35% è in classe energetica G (800mila). Oggi, il tasso di ristrutturazione è del 5% (5mila all’anno).
La Direttiva, composta di 20 articoli, prevede requisiti minimi di prestazione energetica.
Fra i vari articoli presi in esami c’è quello sui nuovi edifici che dovranno esser a emissioni zero entro il 2030, quello sulle norme minime di prestazione energetica cioè le misure per arrivare all’obiettivo di far passare gli edifici in classe G a quella F. Un punto che ha fatto nascere dubbi è il passaporto di ristrutturazione legato alle prestazioni energetiche “di cui, però, non sono chiare le modalità. E’ utile per il proprietario, ma non indica gli obblighi”. A questo sono collegati altri due punti che prevedono che le nuove case abbiano il monitoraggio dell’aria e le colonnine di ricarica per i veicoli elettrici.
Le misure di sostegno, afferma un altro articolo, prevedono aspetti finanziari che siano incentivanti e di stimolo per il mercato. Infine, la Direttiva indica le ispezioni e i controlli degli impianti termici: la previsione è di escludere dalle verifiche quelli con una potenza inferiore a 60 kw: “In regione -hanno ricordato i tecnici- dal 1991 nelle abitazioni ci sono caldaie autonome con una potenza inferiore ai 70 kw”.
Secondo Maura Catellani (Lega) “non si può non dare una risposta all’Europa soprattutto su un tema di cogente attualità come la prestazione energetica degli edifici, ma i problemi qui partono da lontano perché in Italia c’è una drammatica assenza di semplificazione e uniformità delle procedure. Sulla risoluzione in via del tutto generale siamo concordi, ma le perplessità operative e attuative sono talmente tante da non poter votare a favore”.
Stefano Bargi (Lega) ha posto il problema di “come rendere chiaro il messaggio dell’Europa ai cittadini. Trovo corrette le critiche dei tecnici. Spesso le direttive Ue vengono modellate su Stati che hanno tradizioni diversi da noi e ricadute diverse. E’ difficile capire quando dopo un’affermazione si introduce il “ma …”. I presupposti sono positivi, ma forse sarebbe più importante mettere in evidenza cosa non va. L’emendamento insiste sulla parte generale delle prestazioni energetiche degli edifici. Le politiche Ue del pacchetto “pronti per il 55%” (riduzione emissioni gas effetto serra del 55% entro il 2030) denotano connotati inflazionistici e avranno un impatto pesante: se c’è più richiesta di energia non si può dire ricorrete a fonti classiche. Poi c’è la speculazione finanziaria. Ciò che sta avvenendo e gli obiettivi della Ue tendono a cozzare, perché l’inflazione aumenterà”.
Valentina Castaldini (Forza Italia) ha detto che “i quattro emendamenti presentati traggono spunto dalla risoluzione approvata ieri in Assemblea per far diventare gli ecobonus un provvedimento strutturale. Chiedo un passo avanti per quanto riguarda gli aspetti operativi e attuativi. Da qui la mia proposta di mettere mano alla catena dei pareri obbligatori o dei tanti lacci e lacciuoli che spesso i Comuni aggiungono alle linee guida che vengono approvate”.
Anche per Luca Sabattini (Partito democratico) “la risoluzione presenta criticità. C’è una difficoltà nel raggiungere obiettivi, sia per i beni monumentali sia per la sfida di emissioni zero degli edifici. Il passaporto è una buona idea, ma è difficile pensare che si realizzi su tutti gli edifici del Paese per arrivare a zero emissioni entro 2050. Il pragmatismo della Regione merita di sottolineare gli elementi critici. Non ritengo positivo eliminare i controlli sulla caldaie sotto i 60 kw: sono opportuni in un’ottica di sicurezza e di tutela dell’ambiente, sarebbe un deperimento di ciò che abbiamo costruito in regione. Chiedo un approfondimento per una verifica tecnica e propongo di calendarizzare un’altra seduta per votare gli emendamenti e il parer sulla Direttiva. La materia è complessa”. Proposta accolta dal presidente Pompignoli.
(Luca Boccaletti e Gianfranco Salvatori)