Ambiente e territorio

Linee strategiche per Piano rifiuti regionale: riciclo, economia circolare e bonifica discariche

Nel dibattito, giudizio positivo sul progetto della Giunta da parte di consiglieri di maggioranza, critiche da quelli di opposizione

Il nuovo Piano regionale dei rifiuti e della bonifica dei siti inquinati vuole unire le politiche della Regione riferendosi a due punti strategici: la promozione dell’economia circolare e la definizione delle strategie per la riduzione dei rifiuti e degli sprechi. L’obiettivo è la transizione ecologica, nella direzione del riconoscimento dell’importanza delle materie prime, che vanno risparmiate, e del valore del recupero dei rifiuti e della conservazione della natura.

Lo ha sintetizzato, in Assemblea, l’assessore Irene Priolo (Ambiente, difesa del suolo e della costa, protezione civile) durante la presentazione degli obiettivi strategici e delle scelte generali del Piano regionale di gestione dei rifiuti e per la Bonifica delle aree inquinate 2022-2027.

Le azioni previste dal Piano regionale gestione rifiuti sono lo sviluppo di impianti integrati anaerobico/aerobico con produzione di biometano per il trattamento della frazione organica dei rifiuti urbani; un maggiore contributo degli impianti di teleriscaldamento; la sistemazione finale delle discariche di rifiuti esaurite con l’installazione di impianti di pannelli fotovoltaici in coerenza con la risoluzione approvata dall’Assemblea legislativa.

“E’ l’avvio – ha scandito Priolo- di un percorso robusto e di un confronto ampio, anche con il territorio, gli Enti locali, i gestori e con chi ha condiviso il Patto per il lavoro e il clima”. L’Emilia-Romagna, ha continuato l’assessore, “è già in posizione avanzata e ha raggiunto gli obiettivi fissati dalla Ue per il 2035. Siamo la prima Regione in Italia a scrivere una legge sull’economia circolare”. Un altro aspetto sottolineato da Priolo è stata la bonifica dei siti “dato che accompagneremo i territorio anche con una semplificazione normativa. La composizione del Piano, e il suo monitoraggio, ci occuperà tutto il 2021. Il monitoraggio non sarà solo annuale, ma è prevista una verifica semestrale di confronto con gli Enti locali”. Un salto di qualità che dovrà essere fatto con i cittadini e le imprese, ha proseguito l’assessore. E sarà importante il ruolo delle imprese, che dovranno innovare il trattamento dei rifiuti per applicare l’economia circolare.

Il Piano si rivolge alle imprese, per promuovere un nuovo modello di produzione finalizzato a ridurre i rifiuti, ripensare il packaging, riutilizzare i rifiuti incrementando altresì il ciclo di vita, la durabilità e sostenibilità dei beni in contrapposizione a strategie industriali che si basano sulla obsolescenza programmata o pianificata dei prodotti.

L’Emilia-Romagna, si legge nel Piano, è in linea con gli obiettivi e tra gli altri: la differenziata è al 71% (l’obiettivo è il 73%), il tasso di riciclaggio è al 63% (obiettivo 70%), la produzione di rifiuti è a 667 kg per abitante (obiettivo di 539). Per la quota pro capite di rifiuti urbani, il nuovo Piano mette in agenda una quantità di 120 kg l’anno.

La raccolta differenziata dovrà essere aumentata all’80% ed essere di maggiore qualità. I rifiuti solidi urbani portati in discarica sono all’1,66% contro l’obiettivo del 2035 di conferire quantità inferiori al 10%. E per i rifiuti speciali è prevista la riduzione del 10% da mandare in discarica, puntando sui sottoprodotti utilizzati per la produzione e incrementando il loro mercato.

La tariffazione puntuale – anche rivedendo i finanziamenti ai Comuni – è stata rallentata dall’emergenza Covid e va implementata anche consegnando le dotazioni alle singole utenze, che, pure, si sono fermate: oggi la applicano 82 Comuni (dato del 2019).

Sulle discariche, inoltre, è previsto che non se ne dovranno autorizzare altre. E su quelle bonificate dovranno nascere impianti per la produzione di energia verde, con il fotovoltaico.

Il dibattito

Marco Lisei (Fratelli d’Italia) è critico soprattutto sul fatto che all’interno del Piano strategico “il cittadino dovrebbe essere centrale. Ci vuole un coinvolgimento attivo di chi paga le tasse e raggiunge gli obiettivi. Ai cittadini si chiede sempre più impegno per la differenziata, anche a suon di multe, e dall’altra parte non gli si dà niente, nessuno sgravio sulla tassa dei rifiuti. Rincorrere dei numeri è l’obiettivo degli amministratori. Ma i cittadini hanno fatto sacrifici senza avere nulla in cambio. Bene la tariffa puntuale, ma il suo vero obiettivo è che ci sia anche un bonus o che si vada solo verso un malus?”. Secondo Lisei la Regione dovrebbe effettuare un maggiore controllo e verifica delle aziende coinvolte.

Per Emiliano Occhi (Lega) “un buon punto di partenza per affrontare il tema è evidenziare le mancanze e i fallimenti del piano attuale”. Il consigliere parmigiano mette poi in guardia dal definire obiettivi troppo sfidanti sul prossimo piano, perché “si rischierebbe di replicare i fallimenti attuali”. Occhi chiede anche grande attenzione alle leve che si vorranno utilizzare per abbassare il quantitativo dei rifiuti prodotti, che deve obbligatoriamente passare da adeguati interventi di comunicazione nei confronti dei cittadini, così come nella filiera del packaging. Per il consigliere leghista, infine, è assolutamente imprescindibile ragionare sugli impianti di trattamento dei rifiuti “per capire ciò che può essere realmente dismesso o mantenuto sui vari territori e ciò può essere fatto non con cifre astratte ma attraverso un monitoraggio concreto su base annuale”.

Gianni Bessi (Partito democratico) vede la situazione in modo positivo. “La nostra regione è ai primi posti nel settore del riciclo, rifiuti ed economia circolare, ma non bisogna sedersi sugli allori. Dobbiamo continuare a impegnarci e rafforzare il percorso intrapreso, portando avanti obiettivi sempre più ambiziosi”. Il consigliere sottolinea l’impegno di Giunta e Assemblea, che dovranno “promuovere misure normative per l’impiego di materiali riciclati, con certificati di riciclo anche nella pubblica amministrazione; sostenere la crescita dell’ecosistema con piattaforme che collegano attori economici e produttivi per garantire circolarità; prevedere norme atte ad affrontare il problema dell’end of waste e favorire il riciclo dei rifiuti”. Il documento strategico porta avanti la filiera completa e integrata dalla raccolta alla gestione fino al riciclo: “Noi- spiega Bessi- dobbiamo fare in modo che i rifiuti diventino materiali nuovi. Per farlo servono, oltre ai numeri che già abbiamo, nuove competenze, nuove professionalità, nuovi modelli di eco-design e nuove figure in questi campi, che dovremo costruire”.

Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia) sottolinea il ritardo con cui la Regione affronta il tema dei rifiuti dopo un precedente piano troppo frettolosamente definito come ‘definitivo’. “A testimonianza di ciò -sottolinea il consigliere piacentino- basta pensare all’impiantistica: tra inceneritori ancora in attività, discariche bloccate solo da sentenze di TAR e Consigli di Stato, la realtà ha ampiamente sconfessato gli slogan del passato”. Tagliaferri, a conferma dei limiti del precedente piano, invita poi a pensare alle incertezze sulla tariffa puntuale e l’inquinamento che il porta a porta, gestito come ora, ha portato nelle nostre città. “Che si tratti di grandi abitati o piccoli paesi, pullulano le trappole per topi richiamati dai sacchi lasciati sulle strade”. Sulle linee strategiche attuali, il consigliere concorda che al tema dei rifiuti si accompagni quello delle bonifiche. “Cruciale -conclude l’esponente di Fratelli d’Italia- è poi il bilancio dei rifiuti tra ciò che smaltiamo e i rifiuti che importiamo da altre realtà. La vera efficienza ambientale, infatti, passa attraverso questi monitoraggi e queste stime”.

Lia Montalti (Partito democratico) insiste sull’importanza del documento all’interno della strategia europea. “L’economia circolare è una delle grandi strategie sulle quali si investe e si investirà sempre di più. Il sistema si sta innovando. Penso ai nuovi prodotti dell’economia circolare, al packaging, ai nuovi materiali, al sistema produttivo. La nostra regione- continua- si colloca già in una strategia europea e sta già ragionando in questa direzione. Non stiamo pensando ora a questi obiettivi, ma li abbiamo già costruiti. Accelerare, quindi, ci permetterà di avere nuovi posti di lavoro nonché di riqualificare e ripensare nuovi settori”. E, in merito alle critiche dell’opposizione, aggiunge che “non è vero che non c’è premialità, penso ai Comuni virtuosi che da più di 5 anni vengono sostenuti dalla Regione. E bisogna continuare a farlo sempre di più”.

Netto il plauso per l’iter avviato dall’Assessore Priolo da parte di Marco Fabbri (Pd) che “mette in risalto i risultati raggiunti più che i problemi riscontrati”. Il consigliere ferrarese pone poi l’attenzione alla “situazione ibrida derivante dal Covid che tutt’ora stiamo vivendo. In virtù di questa situazione assistiamo alla notevole diminuzione di rifiuti in certi ambiti (su tutti la ristorazione, ma notevole il calo anche in numerosi settori dell’industria e dell’artigianato) che si accompagna al drastico aumento nella gestione di mascherine, guanti e confezioni plastiche monouso”. Per Fabbri, poi, le incertezze nell’adozione della tariffa puntuale sono da mettere in relazione con i tempi necessari per le gare di affidamento dei servizi. Particolarmente ben accetta, infine, la tematica delle bonifiche affiancata al tema dei rifiuti “perché in questa maniera si potranno perseguire concretamente quegli obiettivi di economia circolare richiesti non tanto dall’Unione Europea, bensì dai nostri cittadini”.

(Gianfranco Salvatori, Francesca Mezzadri, Luca Boccaletti)

[segue comunicato su prosecuzione del dibattito in Aula]

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