Con un’interrogazione a risposta immediata in Aula Silvia Zamboni (Europa verde) chiede l’impegno del governo regionale per confermare le attuali regole sull’inquinamento elettromagnetico, mantenendo la soglia di attenzione di 6 volt per metro per i campi elettrici generati dalle radiofrequenze all’interno di edifici adibiti a permanenze non inferiori a 4 ore giornaliere. In particolare, la consigliera chiede un intervento dell’esecutivo regionale in Conferenza Stato-Regioni.
La consigliera chiede poi alla Giunta di promuovere ricerche sugli effetti dell’esposizione a onde centimetriche del 5G a 26 GHz (“non ancora studiate in maniera adeguata”), al fine di valutarne gli impatti sulla salute.
A Roma, ha riferito la capogruppo in Assemblea, “è al vaglio la proposta di adeguamento del limite di esposizione elettromagnetica a quello, meno cautelativo, di 61 volt per metro”. I rappresentanti di diversi enti, associazioni e comitati cittadini (tra cui Legambiente, Collegium Ramazzini, Istituto Ramazzini, ISDE e Marevivo), ha aggiunto, “hanno sottoscritto una petizione al governo e al Parlamento per esprimere preoccupazione per la tutela della salute e dell’ambiente rispetto all’ipotesi dell’innalzamento del limite di esposizione elettromagnetica correlata al rischio emergente di inquinamento elettromagnetico, originato anche dalle nuove esigenze di digitalizzazione, tra cui lo sviluppo della tecnologia 5G”. Per questo, ha rimarcato Zamboni, “lo scorso 24 aprile a Bologna si è tenuto un flash mob promosso dal gruppo Stop 5G Emilia (per scongiurare l’innalzamento del limite di legge da 6 a 61): contrariamente a quanto sostenuto da alcuni, diverse esperienze italiane e internazionali confermano che il limite di 6 volt per metro è pienamente compatibile con l’espansione delle telecomunicazioni, e in particolare con il 5G”. Il limite di 61 volt per metro, ha concluso, “è correlato solo agli effetti termici, mentre non tiene conto delle numerose evidenze e indagini scientifiche che hanno dimostrato l’insorgenza di effetti biologici non termici, anche molto gravi, fino all’insorgere di forme tumorali”.
La risposta è arrivata dall’assessore Raffaele Donini, che ha parlato di un tavolo regionale in atto su campi elettromagnetici e 5G e ha poi spiegato che l’Oms sta conducendo una revisione sistematica sui rischi da radiofrequenze (anche sul 5G), compresi i tumori, “i risultati arriveranno nel 2022”. Fino ad ora, ha concluso, “i dati su esposizioni e tumori non hanno portato a risultati coerenti, occorre quindi continuare con il lavoro di ricerca”.
(Cristian Casali)