Strage di uccelli dell’ottobre 2019, nella Valle della Canna di Ravenna: la giunta motivi la risposta negativa di Arpae sulla possibilità di analizzare, alla ricerca del botulino, oltre ai fondali della Valle della Canna, anche i “chiari da caccia” poiché “le analisi non sarebbero state significative”. Lo chiede con un’interrogazione Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) che sollecita un approfondimento sull’ipotesi dell’ex dirigente del Comune di Ravenna secondo il quale “l’origine dell’infezione fosse eventualmente da collocare nei limitrofi ‘chiari da caccia’, cioè quei bacini funzionai alla caccia, di piccole dimensioni e senza ricambio idrico dove gli uccelli si alimentarono, per poi spostarsi portando il picco di moria, da inizio ottobre 2019, nella Valle della Canna”. Di conseguenza, Gibertoni chiede “se il rifiuto di Arpae di analizzare, alla ricerca del botulino, oltre ai fondali della Valle della Canna, anche i ‘chiari da caccia’ non configuri una responsabilità nella successiva moria”.
“Dagli atti del procedimento giudiziario in corso -ha spiegato Gibertoni- sarebbe stato reso noto che già il 5 settembre 2019 vi erano stati i primi riscontri di sette anatidi morti e che, di conseguenza, ‘la vigilanza fu aumentata’, con prelievi di cadaveri portati all’Istituto zooprofilattico di Forlì e il fatto che a settembre non vi fossero state ulteriori segnalazioni di ritrovamenti, porterebbe l’ex dirigente del Comune di Ravenna a ipotizzare che l’origine dell’infezione fosse eventualmente da collocare nei limitrofi ‘chiari da caccia’. Il Comune di Ravenna avrebbe chiesto ad Arpae la possibilità di analizzarli alla ricerca del botulino. Ma il funzionario del Comune di Ravenna avrebbe riportato che la risposta di Arpae fu negativa”.
(Lucia Paci)