Qual è il futuro del Polo Unico regionale del gesso in località Monte Tondo in Romagna? Cosa pensa la Regione della richiesta della multinazionale Saint Gobain di poter ampliare l’area di estrazione oltre l’attuale confine definito dal Piano Infraregionale delle Attività Estrattive (PIAE) vigente?
A chiedere chiarezza sul futuro di una delle zone più sensibili del territorio emiliano-romagnolo è, in un’interrogazione, Silvia Zamboni (Europa Verde).
La consigliera ecologista ripercorre l’intera vicenda ed elenca tutte le realtà che stanno avanzando dubbi su un ampiamento dell’attività estrattiva da parte della multinazionale.
In particolare, Zamboni ricorda come “la posizione contenuta nelle osservazioni presentate dal Comitato scientifico del gruppo emiliano romagnolo del CAI-Club Alpino Italiano è analoga a quella espressa dalla Federazione speleologica: ‘La decisione che verrà presa riguardo all’area di Monte Tondo deve tener conto della tutela dell’ambiente, già compromesso da oltre 60 anni di attività della cava’. Secondo il CAI, ‘a rigore della norma (la zona inserita nell’area contigua del Parco della Vena del Gesso è sottoposta a numerosi vincoli di tutela nazionali e internazionali dal punto di vista ambientale e paesaggistico), un ampliamento della cava di Monte Tondo non dovrebbe essere possibile, salvo ricorrere alla pratica delle modifiche ad hoc della legge regionale'”. Zamboni, poi, incalza: “Il WWF Ravenna, nel chiedere il rispetto delle leggi adottate a salvaguardia di un territorio che custodisce un ambiente assolutamente straordinario, unico e fragile (l’area di cava è inserita nel Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola e in rete Natura 2000, che comprende 3 habitat di importanza prioritaria), esprime sconcerto per la mancata redazione del Piano Territoriale del Parco della Vena del Gesso Romagnola a ben 17 anni dalla sua costituzione”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere se la giunta sia favorevole “alla proroga dell’attività estrattiva fino al 2028 nell’attuale area definita dal PIAE vigente oppure all’ampliamento dell’attuale area per l’estrazione di ulteriori 2.400.000 metri cubi di gesso”.
Silvia Zamboni vuole inoltre spere se l’amministrazione regionale “ritenga le succitate richieste avanzate da Saint Gobain compatibili con le norme di tutela vigenti o, al contrario, se ritenga che l’eventuale autorizzazione a estendere l’area di estrazione del gesso oltre l’attuale confine del PIAE danneggerebbe ulteriormente gli habitat naturali coinvolti e ne comprometterebbe la candidatura a Patrimonio dell’UNESCO e se non ritenga opportuno sollecitare l’approvazione del nuovo PIAE, chiedendo che esso tenga conto delle raccomandazioni contenute nello studio commissionato dalla Regione nel 2021”.
(Luca Molinari)