Ambiente e territorio

Rifiuti Reggio/discarica Carpineti/2. Delmonte (Lega nord): No alla riapertura, è già chiusa

“Appare paradossale l’intenzione di aggiungere 800 mila mc di rifiuti in due anni ai 2 milioni conferiti in 20 anni di attività”

Gabriele Delmonte
Gabriele Delmonte (Lega)

Dallo studio affidato dalla Regione all’Università di Bologna, nel febbraio 2016, per la riqualificazione e il ripristino dell’invaso di Poiatica, in comune di Carpineti (Reggio Emilia), sono emerse tre ipotesi.

Lo segnala Gabriele Delmonte (Lega nord) in un’interrogazione, dove chiede alla Giunta quale opinione esprima sulle tre soluzioni, la prima delle quali prevede di “effettuare solo piccoli interventi di sistemazione dell’invaso e inserire delle pompe per coadiuvare l’opera del manufatto scatolare nel caso di eventi piovosi straordinari”; la seconda contempla “un parziale riempimento dell’invaso con sola argilla e costruzione di un canale perimetrale che permetta lo scorrimento per gravità delle acque”, mentre la terza ipotizza “un riempimento quasi totale dell’invaso con 800.000 metri cubi di rifiuti speciali e con 500.000 metri cubi di terra (in due anni)”.

Il consigliere riferisce che, per quanto concerne la seconda ipotesi, “non si hanno preventivi” e “non si accenna neppure alla possibilità di una movimentazione dell’argilla dalla cava di Monte Querce, di proprietà di Iren, confinante con la discarica”, mentre, riferendosi alla terza soluzione, “non si parla dell’impatto ambientale e sanitario che l’operazione comporterebbe per la zona e per tutto l’Appennino”, anche se – aggiunge Delmonte – “nel 2015, una proposta semiufficiale di Iren ipotizzava un tombamento con un milione di metri cubi di rifiuti speciali, soluzione da cui sembra questa ipotesi avallata dallo studio dell’Università di Bologna”.

Il consigliere commenta a questo proposito che nel territorio in cui è ubicata la discarica “agricoltura e turismo sono parte rilevante del tessuto economico” e che, di conseguenza, “questa presenza interagisce negativamente con l’immagine dei luoghi e dei prodotti”: “appare quindi quantomeno paradossale – scrive – riqualificare e ripristinare una discarica già ufficialmente chiusa, aggiungendo 800.000 mc di rifiuti in due anni ai 2 milioni conferiti nei vent’anni in cui è stata attiva”.

Di qui, la richiesta di Delmonte di conoscere chi abbia autorizzato la realizzazione del sesto lotto, a chi spetti il compito e l’onere di metterlo in sicurezza e se si intenda agire, e con quali modalità, per escludere la riapertura della discarica, nonché il conferimento di qualsiasi tipologia di materiale che sia classificato come rifiuto, come richiesto in un documento, votato all’unanimità dai sindaci e dal consiglio dell’Unione Montana dei Comuni dell’Appennino reggiano.

(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it)

(Antonella Celletti)

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