Ambiente e territorio

Tagliaferri (Fdi): più equità nei rinnovi delle concessioni Arpae

Si chiede anche di abolire il deposito cauzionale, pratica ritenuta non supportata da alcun riferimento legislativo

Più equità nelle modalità di rinnovo delle concessioni Arpae.

A chiederlo, in un’interrogazione, è Giancarlo Tagliaferri (Fdi) che ricorda come “di recente la direzione tecnica di Arpae ha emesso una circolare relativa a “nuove disposizioni su scadenze concessioni a seguito atto di rinnovo e atto di appropriazione di variante sostanziale”: in data 4 maggio poi ne è stata data comunicazione alle associazioni e ai vari professionisti del settore coinvolti. Tali disposizioni prevedono che per le concessioni rinnovate, da ora in poi le nuove scadenze verranno calcolate sulla base, non della vecchia concessione, ma del giorno e mese dell’adozione dell’atto di rinnovo”.

Per Tagliaferri “la notizia potrebbe essere letta in chiave positiva, ma per equità di trattamento sarebbe auspicabile che lo stesso trattamento venisse applicato anche al pregresso, ovvero ai rinnovi di concessione rilasciati prima di tali nuove disposizioni. Al momento i rinnovi effettuati ante “nuove disposizioni” invece sono stati rilasciati con scadenza calcolata sulla base della scadenza della vecchia concessione: ad esempio, il rinnovo di una concessione scaduta nel 2015 effettuato prima delle nuove disposizioni riporta scadenza 31 dicembre 2025 , mentre la stesso rinnovo effettuato dopo la emanazione della nuove diposizioni ripoterà scadenza 31 dicembre 2032”.

Per il consigliere “un discorso a parte merita il deposito cauzionale che la Regione chiede di versare nella misura di 250 euro, è incomprensibile per quale ragione si debba ricorrere a un deposito cauzionale per queste pratiche che ovviamente aggrava ulteriormente l’onere complessivo”.

Da qui l’atto ispettivo per sapere dall’amministrazione regionale “se intenda assoggettare allo stesso trattamento anche i rinnovi pregressi: richiesta motivata, oltre che da una equità di trattamento (come sopra descritto), anche dagli elevati costi che un soggetto è costretto a sostenere in occasioni delle pratiche di rinnovo ovvero marche da bollo, corrispettivo da pagare alle associazioni di categoria che seguono le pratiche, compensi al geologo nonché deposito cauzionale, che in totale si aggirano intorno ai 2000 euro. Da ricordare inoltre che questi costi si aggiunge l’onere dei canoni da pagare annualmente;

L’altra richieste che Tagliaferri fa alla giunta è di abolire il versamento del deposito cauzionale visto che, spiega tale versamento “non sembrerebbe essere supportato da alcun riferimento legislativo”.

(Luca Molinari)

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