La Regione chiarisca i programmi degli interventi di manutenzione e gestione della vegetazione ripariale necessari per finalità di sicurezza idraulica nelle aree demaniali e sulla concessione per il taglio di alberi in atto lungo il fiume Reno, per una lunghezza di 10 chilometri, nel tratto compreso nei comuni di Cento, Terre del Reno, Poggio Renatico, Pieve di Cento, Galliera, Calderara di Reno, Castel Maggiore, Sala Bolognese, Castello d’Argile e Argelato.
E’ il testo di una interrogazione della consigliera Silvia Zamboni (Europa Verde) che è stata discussa in commissione Territorio, ambiente e mobilità, presieduta da Stefano Caliandro. L’assessore all’Ambiente, Irene Priolo, ha risposto che il programma ancora non c’è, ma il taglio è avvenuto in modo regolare e sono stati svolti numerosi controlli.
Zamboni ha ricordato che “l’eccessivo” taglio di alberi era stato segnalato dai media e da numerose associazioni (WWF Bologna, CTA-Comitato per la Tutela degli Alberi di Bologna, ISDE- Medici per l’ambiente, LIPU Bologna, Codacons, LAV, Animal Liberation, Comitato Fermiamo i mostri urbani, Parents for Future). “Questo- ha detto Zamboni- è un intervento spot, effettuato su richiesta di aziende di lavorazione di legname che possono fare la pulizia fiumi intervenendo per un tratto di sponda compreso entro 10 km. E questo avviene perché la Regione non ha ancora preparato il programma di interventi”.
La capogruppo di Europa Verde ha posto così, diverse domande nell’interrogazione, a partire dalla mancanza di “Programmi degli interventi di manutenzione e gestione della vegetazione ripariale necessari per finalità di sicurezza idraulica nelle aree demaniali”. Inoltre, vuole sapere quali saranno i tempi per la programmazione e se la ditta che ha effettuato i lavori abbia presentato uno studio idrodinamico volto a dimostrare quali siano i tratti del fiume (normalmente le curve) maggiormente interessati da un’eventuale piena e se siano state rispettate le prescrizioni previste nella concessione del 20 agosto 2021. Infine, Zamboni ha chiesto di conoscere quanti e quali controlli siano stati svolti e se il taglio “rientri nei parametri previsti nel bando pubblico, nella concessione e nelle linee guida regionali”.
L’assessore Priolo ha spiegato che “i programmi per il taglio e la sicurezza idraulica sono documenti complessi e multidisciplinari che richiedono l’intervento di più attori. Per ora non sono stati approvati i programmi. Gli interventi, però, rispettano linee guida previsti dal periodo transitorio. Attualmente, Regione e autorità idrauliche stanno aggiornando ed elaborando i programmi e gli studi si concentrano sulle aree a rischio significativo”. Il via libera al taglio, ha proseguito l’assessore, “è stato concesso su richiesta delle aziende, c’è una scheda tecnica ma non lo studio idraulico, perché il bando non richiedeva uno studio idrodinamico. L’intervento della ditta privata risponde alle esigenze idrauliche a monte e a valle dell’Opera Reno e le prescrizione dettate nell’atto di concessione sono state rispettate”. Riguardo ai controlli, Priolo ha specificato che ne sono stati eseguiti 23: è stata visionata l’operatività del cantiere e indicato come agire; è stata osservata la coerenza dell’intervento; è stato verificato che nelle zone lacunose è stata correttamente svolta la compensazione; sono stati trovati residui di legno tagliato ed è stato chiesto di toglierli; i verbali non hanno trovato irregolarità di ritiro di biomasse”.
In conclusione, Silvia Zamboni ha replicato che “resta aperta la domanda di fondo: la mancanza dei programmi di interventi di manutenzione, come previsto dalla legge regionale 7/2014. Siamo a fine 2021, forse avere questo strumento permetterebbe di avere in sicurezza l’ambito ripariale”.
(Gianfranco Salvatori)