Le Istituzioni dell’Unione Europea adottino il diritto di asilo per gli obiettori di coscienza e i disertori russi, bielorussi e ucraini.
A chiederlo è, in un’interrogazione, Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) che ricorda come “si stima siano centinaia di migliaia i militari russi arruolati che rifiutano la guerra di aggressione, inoltre ci sarebbero migliaia di militari bielorussi che hanno lasciato il loro Paese per non partecipare alla guerra in Ucraina: tutti coloro che hanno rifiutato il servizio militare rischiano di essere perseguiti per diversi anni per la propria posizione di obiezione di coscienza e nonviolenta, ed oggi sperano di trovare protezione in vari Paesi”. Stessa situazione anche sul fronte ucraino del conflitto: “L’Ucraina -spiega infatti Amico- ha sospeso il diritto all’obiezione di coscienza e ha chiuso la frontiera per gli uomini tra i 18 e i 60 anni già all’inizio dell’attuale conflitto. Oltre 100.000 uomini si sono sottratti al coinvolgimento nella guerra in Ucraina e sono fuggiti all’estero”.
Da qui l’atto ispettivo per chiedere alla Regione “se abbia intenzione di intercedere, attraverso la Conferenza Stato-Regioni, con il Ministero degli Esteri perché le Istituzioni comunitarie adottino il diritto di asilo per gli obiettori di coscienza e i disertori di Russia, Bielorussia e Ucraina applicando per coloro che raggiungano i territori della UE le direttive sugli obiettori di coscienza e se intenda aderire ufficialmente alla campagna #ObjectWarCampaign, quale presa di posizione politica a sostegno del processo di pace nel conflitto russo-ucraino e se intende darne visibilità, attraverso i canali ufficiali di comunicazione istituzionale, per una massima diffusione presso i cittadini dell’Emilia-Romagna”.
(Luca Molinari)