Imprese lavoro e turismo

Ok a risoluzione Tarasconi (Pd) per accrescere controllo sugli allevamenti amatoriali di cani

“Tante le irregolarità. Istituire un registro di carico e scarico per il tracciamento di cuccioli spesso non registrati all’anagrafe canina e senza microchip. Infine, contrastare l’evasione fiscale”

E’ stata approvata la risoluzione che impegna la Giunta a un maggior controllo sugli allevamenti amatoriali di cani, all’introduzione di un registro di carico e scarico (di cui non c’è l’obbligo) per il tracciamento degli animali, per stabilire il valore dei cuccioli e per tutelare il benessere animale. Infine, si chiede alla Regione di sottoporre il tema al Tavolo regionale per la tutela degli animali d’affezione e la prevenzione del randagismo, in base alla legge regionale 7 aprile 2000 n. 27, “Nuove norme per la tutela e il controllo della popolazione canina e felina”.

L’atto di indirizzo è stato presentato dalla consigliera Katia Tarasconi (Partito Democratico) e approvato in commissione Politiche per la salute, presieduta da Ottavia Soncini.

Tarasconi ha riferito che basta andare su un sito di vendite on line ed escono decine di allevamenti amatoriali che vendono cuccioli. Spesso, però, l’attività comporta molte irregolarità. “In un allevamento amatoriale- ha affermato la consigliera- si possono aver al massimo 10 cuccioli l’anno. Ma è stato riscontrato, anche da indagini della polizia locale, dell’Enpa e dei Servizi veterinari, che le cucciolate sono molte di più. Questo comporta, molte volte, anche un problema di evasione fiscale”. C’è, poi, l’aspetto sicurezza dei cittadini perché i cani più richiesti sono i molossoidi, i pitbull in particolare che “se non cresciuti e addestrati in modo corretto possono diventare un pericolo sociale”.

Fra le irregolarità, Tarasconi aveva citato i luoghi non idonei dove tenere i cani, con ripercussioni sul benessere animale, cuccioli non iscritti all’anagrafe canina e senza microchip, la pratica illegale della conchectomia “ovvero il taglio delle orecchie per ragioni estetiche che è vietato e perseguibile a norma di legge”.

(Gianfranco Salvatori)

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