La riforma costituzionale (articolo 9 della Costituzione) sulla tutela degli animali stabilisce che a occuparsene sono le leggi statali e questo comporta “la sospensione di tutte le ipotesi avviate di revisione di altre leggi regionali in materia di tutela degli animali”. La Regione dica se “ravvisi il rischio che possano insorgere criticità in materia di tutela degli animali causate dall’impossibilità di intervenire sulla legislazione regionale, a partire dal progetto di revisione della LR n. 20/2002”.
Lo chiede in un’interrogazione Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde, che intravede il pericolo di una impossibilità di revisione della legge regionale 20 del 2002 (“Norme contro la vivisezione”) e sostiene che uno spazio di intervento da parte delle Regioni ci sia ancora, perché nel novembre 2022 “l’ufficio legale della LAV ha presentato alla Regione una nota nella quale evidenzia diversi argomenti a favore della possibilità per la Regione di rivedere il testo della legge anche dopo la citata riforma costituzionale”.
Comunque Zamboni, al terzo punto della propria richiesta alla giunta, scrive “se non ritenga opportuno, qualora non sia stato ancora avviato, aprire un confronto in sede di Conferenza Stato-Regioni sul tema della normativa a tutela degli animali e sulla possibilità di preservare almeno in parte le prerogative legislative delle Regioni”.
La riforma costituzionale, afferma Silvia Zamboni, che determina la tutela degli animali solo con leggi statali, “potrebbe avere l’effetto paradossale di compromettere fino a eliminare la potestà legislativa regionale in questa materia, potestà rivelatasi assai feconda in tema di protezione degli animali”. La consigliera considera, inoltre, che la riforma “rischia di ‘congelare’ le norme regionali in materia di tutela degli animali, in quanto non più riformabili dal legislatore regionale” e che su questa modifica “si è aperto un dibattito giurisprudenziale che sta evidenziando incongruenze e criticità della riforma”.
(Gianfranco Salvatori)