Sanità e welfare

Anticorruzione. Respinta risoluzione M5s su obbligo dichiarazione pubblica di interessi in sanità. Pd: Si fa già da tempo

L’atto di indirizzo ha trovato il voto contrario della maggioranza (Pd, SI, Misto) e l’astensione delle opposizioni (Ln, FI, FdI e Misto)

Rendere obbligatorie in tutte le aziende sanitarie e ospedaliere la compilazione e la trasmissione sulla dichiarazione pubblica di interessi, così da poter individuare comportamenti a rischio corruttivo, come legami non ordinari tra aziende farmaceutiche e professionisti medici. Lo chiede una risoluzione del Movimento 5 stelle, respinta però dall’Aula con il voto contrario della maggioranza (Pd, SI, Misto) e l’astensione delle opposizioni (Ln, FI, FdI e Misto). “La Regione lo fa già e in maniera accurata- ha spiegato il Partito democratico giustificando la propria posizione- con un codice di comportamento che obbliga personale e dirigenti alla trasmissione di dati analoghi a quelli da voi richiesti”.

I pentastellati chiedevano infatti che fosse reso obbligatorio, nelle strutture sanitarie regionali, la compilazione della modulistica sulla dichiarazione pubblica di interessi messa a disposizione da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) ai responsabili della prevenzione della corruzione e della trasparenza. “Importantissimo conoscere quali sono le situazioni di conflitto di interesse in sanità per prevenire fenomeni corruttivi, che si possono combattere anche attraverso la trasparenza. Questi dati devono essere accessibili nell’interesse collettivo e perché il paziente possa scegliere consapevolmente. In Emilia-Romagna è obbligatorio?”. Sempre in quest’ottica la richiesta del M5s alla Regione di disporre, in accordo con l’ordine dei medici, l’obbligo di esporre all’interno degli studi professionali cartelli che indichino i rapporti con le aziende e le multinazionali farmaceutiche: “Se un medico ha ricevuto finanziamenti da case farmaceutiche- rimarcano i pentastellati- può essere condizionato nella sua attività”. Su questo però, secondo i democratici, serve una legislazione nazionale: “In assenza di una norma nazionale, è difficile che gli ordini accettino un accordo”.

Sulla compilazione della modulistica anticorruzione perplessità della Lega nord, che si è astenuta sulla risoluzione: “Non vogliamo negare la trasparenza in un settore che ne avrebbe veramente bisogno. La Regione ha fatto tanto, ma in negativo, complicando la burocrazia del settore. Auspichiamo modifiche, ma certo non implementazioni”.

(Giulia Paltrinieri)

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