La vita in roulotte, le feste con gli abiti tradizionali, la vita comunitaria nei campi sosta. Sono alcuni degli aspetti della vita della comunità sinti di Reggio Emilia raccontate in “Divas par Divas (giorno per giorno)”, la mostra fotografica che verrà inaugurata il 9 aprile alle ore 13 nei locali dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna a Bologna. Al taglio del nastro sarà presente Susanna Berengo Gardin, figlia del fotografo
La mostra vuol far conoscere vita, tradizioni e cultura delle comunità sinti dell’Emilia–Romagna, in particolare quella di Reggio Emilia, la più numerosa della regione attraverso gli scatti inediti realizzati nel dicembre 1984 da Gianni Berengo Gardin, che raccontano la quotidianità e i festeggiamenti per il Natale quando le famiglie si trovarono tutte radunate al Campovolo del capoluogo emiliano.
“Con questa piccola mostra vogliamo offrire uno sguardo che avvicini alla presenza di cittadine e cittadini italiani troppo spesso segnati da uno stigma sociale che intende marginalizzare la cultura millenaria di cui sono orgogliosamente portatori”, spiegano la presidente dell’Assemblea legislativa e il presidente della commissione Parità.
Nel dicembre 2014, trent’anni dopo, Fabrizio Cicconi ha documentato le feste in campi pubblici e microaree private, mentre Federica Troisi fotografa da tempo i riti della comunità sinti e in particolare i cortei funebri. Le tre documentazioni fotografiche saranno accompagnate dai pannelli illustrativi a cura dell’antropologa Paola Trevisan.
Divas par Divas, ideato da Lorenza Franzoni, è un progetto del Teatro dei Quartieri che dal 2009 collabora con l’Associazione Them Romanò della città di Reggio Emilia. Le stampe esposte non sono solamente fotografie di ottima qualità artistica, ma rappresentano anche documenti storico-antropologici rari. L’esposizione sarà accompagnata dal video del regista Alessandro Scillitani in cui Berengo Gardin racconta il proprio rapporto con sinti e rom italiani ed europei, incontrati e documentati sin dal 1961. Il grande fotografo ligure, ma veneziano d’adozione, si è sempre impegnato nella denuncia delle condizioni di marginalità. Fra i suoi scatti fatti a Reggio Emilia sono state trovate immagini importanti, fra cui la foto di un sinti partigiano, utile al progetto “Encyclopaedia of Nazi Genocide of Sinti and Roma” dell’Università di Heidelberg.
Per capire il valore delle emozioni che traspaiono dalle foto va ricordato chi è l’autore. Nato a Santa Margherita Ligure nel 1930, Gianni Berengo Gardin cresce e studia a Venezia, la sua vera città d’origine. Si dedica alla fotografia dagli inizi degli anni cinquanta accumulando un archivio fotografico considerevole che documenta l’evoluzione del paesaggio e della società italiana dal dopoguerra a oggi. Fin dall’inizio focalizza la sua attenzione su una varietà di tematiche che vanno dal sociale, alla vita quotidiana, al mondo del lavoro fino all’architettura e al paesaggio. Viene considerato un fotografo eclettico, apprezzato a livello internazionale, e che è stato spesso accostato a Henry Cartier Bresson per il lirismo della sua fotografia.
Si può visitare la mostra fino al 18 aprile dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 18 nella sede dell’Assemblea legislativa in Viale Aldo Moro 50 a Bologna.
(Luca Molinari)
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