Imprese lavoro e turismo

ASSEMBLEA ER. COMMISSIONE STUDIO SU SISTEMA COOPERATIVO IN EMILIA-ROMAGNA, AULA RESPINGE A MAGGIORANZA RICHIESTA FOTI (FDI)

ASSEMBLEA ER. COMMISSIONE STUDIO SU SISTEMA COOPERATIVO IN EMILIA-ROMAGNA, AULA RESPINGE A MAGGIORANZA RICHIESTA FOTI (FDI)

Non passa (no di Pd e Sel, sì di Ln, M5s, Fi, Fdi) la richiesta diTommaso Foti (Fdi) di istituire una commissione speciale di ricerca e di studio sull’evoluzione del sistema cooperativo in Emilia-Romagna e, in particolare, sull’attualità del “carattere mutualistico, senza fini di speculazione privata, che ne è il fondamento”.

L’obiettivo – spiega in Aula il consigliere – è quello di avere “una fotografia aggiornata della situazione delle società cooperative emiliano-romagnole, che rappresentano il 13 per cento sul totale delle imprese attive e che negli ultimi anni hanno intrapreso percorsi di ristrutturazione significativi per aumentare la massa critica”.

FOTI: NECESSARIO RIFORMARE IN MODO SOSTANZIALE LA LEGGE 6/2006
Le “condizioni imprescindibili” per poter parlare di società cooperativa – spiega Foti – sono “il fine esclusivamente mutualistico e il rispetto del principio ‘un socio-un voto’. Con il passare degli anni, tuttavia, l’essenza mutualistica” avrebbe subìto “una sorta di ‘diluizione’, man mano che il mondo cooperativo ha assunto una dimensione e un raggio di azione paragonabili a quelli delle multinazionali”. Una parte del movimento cooperativo, a parere di Foti, avrebbe quindi “mutato la propria natura puntando alle esigenze e alle richieste del mercato piuttosto che a quelle di aggregazione fra i cooperatori. Un’evoluzione- sostiene- ancora oggi ignorata dalla legislazione vigente in materia di cooperative, su cui sarebbe intervenuta criticamente anche l’Unione europea”. La Regione deve quindi attivarsi per una “riforma sostanziale della normativa di settore”, la legge 6 del 2006 (Norme per la promozione e lo sviluppo della cooperazione mutualistica in Emilia-Romagna), attraverso la quale “è stata assunta una serie di iniziative a sostegno del sistema cooperativo, senza che sia stato possibile valutare le risorse impiegate e i risultati raggiunti”. Ma c’è anche il tema di come rapportarsi a quello che appare come un “monopolio della Lega delle cooperative, almeno in Emilia-Romagna, che non può, né deve, determinare situazioni distorsive del mercato”.
Serve, dunque, una verifica sul “rispetto dei principi cooperativistici” a partire proprio dall’Emilia-Romagna, che è la prima regione in Italia per presenza di cooperative, anche a fronte della cronaca quotidiana che riporta “l’immagine di un sistema cooperativo degenerato”.

IL DIBATTITO
Non concorda con “una certa visione di Foti” il capogruppo del Pd, Paolo Calvano, che ribadisce come “fortunatamente, nel tempo, si sia affermato il principio di autonomia tra economia e politica”. E’ quindi “da respingere l’intenzione che si coglie sottotraccia” nella richiesta dell’esponente Fdi di puntare il dito su una parte del sistema cooperativo. Molte competenze, inoltre, a parere di Calvano “sono statali, tanto che gli strumenti a disposizione della Regione non sono molti e una commissione come quella richiesta da Foti andrebbe effettivamente al di là dei compiti dell’Ente. Tra l’altro, tutto il sistema cooperativo sta profondamente cambiando- aggiunge- si stanno attuando infatti processi di aggregazione che rappresentano un valore aggiunto, che testimoniano il superamento del concetto di ‘colore politico’ delle cooperative, determinandone una concreta autonomia”.

Parere opposto quello di Enrico Aimi (Fi), che considera legittima la richiesta di Foti e “opportuno verificare se nel Dna del sistema cooperativo ci sia ancora la natura mutualistica e se sia stato mantenuto o meno lo spirito dell’articolo 45 della Costituzione”. A parere dell’esponente Fi, “è evidente che il fine mutualistico c’entra poco con l’attività di molte aziende cooperative e, d’altra parte, è vero che l’Unione europea ha pesantemente censurato l’Italia per le agevolazioni e le opportunità concesse al sistema delle cooperative, tali da provocare una distorsione del mercato” e una “sleale concorrenza” con le imprese private.

“Un tema interessante, quello che riguarda l’analisi del sistema cooperativo, degno di essere materia di un progetto di legge, più che di un ordine del giorno o di una richiesta di commissione di studio, con discussioni che non spostano di una virgola la realtà”. Questa l’opinione di Igor Taruffi (Sel), che, anticipando il voto negativo del proprio Gruppo, ribadisce che “non ci sono tabù per nessuno, quindi non ci sono problemi a esprimere valutazioni” sulla cooperazione.

“Se certi strumenti previsti da Statuto e Regolamento non servono a nulla- replica Foti in dichiarazione di voto, riferendosi alle commissioni d’inchiesta e di studio- allora si abbia il coraggio di abolirli”.

Dichiarando il voto contrario del Pd, Giuseppe Paruolo rassicura Foti sulla validità di certi istituti, “ma– spiega- non è detto che si sia sempre d’accordo sulla validità dei temi da trattare”.

Sì dal Gruppo M5s, con Andrea Bertani che ribadisce la critica sul metodo di “rigettare sistematicamente le richieste di commissioni d’inchiesta o di studio. L’argomento– afferma– è degno di un’analisi approfondita, in particolare a fronte della trasformazione del sistema”.

Imprese lavoro e turismo