“Oggi si chiude un cerchio: Bologna onora una vittima innocente di anni in cui c’era chi voleva che la violenza prevalesse sulla democrazia e sulla libertà. Con l’inaugurazione del monumento alla memoria di Graziella Fava si onora la memoria di una donna, impegnata in un lavoro di cura in casa di una persona anziana, che sacrificò la propria vita per salvarne altre, vittima di un’azione terroristica che prendeva di mira la professione dei giornalisti e la loro associazione di categoria. Si voleva minare la libertà di stampa e la libertà di associazione di chi quella libertà di stampa pratica e difende. Ricordare Graziella Fava significa dare un volto ai tanti giornalisti che hanno sacrificato la loro vita per un’informazione libera e indipendente. E sempre alla ricerca della verità. Come ha fatto per tutta la sua vita Andrea Purgatori, scomparso troppo presto lo scorso anno, cui questa città ha dedicato un altro giardino, il ‘muretto di Andrea Purgatori’ nei pressi del Museo di Ustica, una delle sue più importanti inchieste giornalistiche. Per non smettere mai di cercare la verità”.
Con queste parole il presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna Maurizio Fabbri è intervenuto alla cerimonia di inaugurazione di un monumento a Graziella Fava, avvenuto oggi a Bologna. Graziella Fava, collaboratrice domestica, il 13 marzo 1979 si trovava nell’edificio della sede di Aser (Associazione stampa dell’Emilia-Romagna), quel giorno preso di mira da un attacco terroristico incendiario, per accudire una signora anziana. Nel tentativo di salvare la donna di cui si prendeva cura, Graziella perse la vita a causa del fumo sprigionato dall’esplosione.
All’inaugurazione del monumento, oltra al presidente Fabbri, erano presenti, insieme ai parenti di Graziella Fava, il presidente del quartiere Saragozza Lorenzo Cipriani, il presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna Silvestro Ramunno, il presidente dell’ASER Emilia-Romagna Paolo Maria Amadasi, Simone Fabbri per Coop Alleanza 3.0 e il presidente dell’associazione Dry-Art, Massimiliano Martines, capofila del progetto che ha portato alla realizzazione del monumento, e per il Comune di Bologna Erika Capasso, Delegata alla riforma dei Quartieri, Immaginazione civica, progetto Case di Quartiere, politiche per il terzo settore, bilancio partecipativo, inchiesta sociale, sussidiarietà circolare e nuove cittadinanze.