“Oggi rinnoviamo il giuramento che i sopravvissuti di questo campo pronunciarono il 16 maggio 1945, perché la memoria sia guida, la libertà sia difesa e la pace sia costruita ogni giorno”.
Queste le parole scandite dal presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna Maurizio Fabbri, intervenuto alla cerimonia di deposizione di una corona nel campo di concentramento di Mauthausen in occasione dell’ottantesimo anniversario dalla liberazione. Con lui tanti sindaci metropolitani, l’assessore Daniele Ara per il Comune di Bologna e 160 studenti della regione.
“Ci troviamo in un luogo che impone silenzio e riflessione profonda – ha evidenziato il presidente -. Un luogo che rappresenta la memoria di milioni di vittime innocenti, di vite stroncate, di sofferenze inenarrabili. Mauthausen non è solo un sito storico: è un altare della memoria europea, un monito scolpito nella pietra e nella coscienza collettiva. Ottant’anni fa, il 5 maggio 1945, questo campo veniva liberato, ponendo fine a una delle pagine più oscure della nostra storia La visita che stiamo compiendo non è solo un atto simbolico. È un impegno concreto a ricordare, a non dimenticare, a onorare le vittime del nazismo e a trasmettere alle generazioni future l’importanza della memoria storica come fondamento della nostra democrazia e della nostra libertà”.
“In questo campo, teatro di indicibili sofferenze, – ha ricordato Fabbri – tra il 1938 e il 1945, oltre 190.000 persone di più di 50 nazionalità furono imprigionate; più di 90.000 non fecero mai ritorno. Fra loro, migliaia di italiani, e fra questi, 154 bolognesi. Solo 51 sopravvissero. Due su tre non tornarono. Erano operai, studenti, contadini, medici, sacerdoti. Alcuni avevano appena vent’anni. Altri poco più della vostra età e solo in 19 avevano più di 40 anni. La loro colpa? Aver creduto nella libertà, aver resistito al fascismo, aver sognato un’Italia diversa. Nel dicembre del 1944, un rastrellamento nella zona del Persicetano portò all’arresto di circa cento partigiani della 63ª Brigata Garibaldi ‘Bolero’ e della 7ª GAP ‘Gianni’. Almeno 45 di loro furono fucilati sui calanchi di Sabbiuno. Altri furono deportati qui, a Mauthausen, dove affrontarono lavori forzati, fame, torture, fino alla morte. La brutalità del regime nazista si manifestava in ogni angolo di questo luogo, trasformando esseri umani in numeri, in strumenti, in vittime di un sistema disumano”.
“In un’epoca in cui assistiamo al riemergere di ideologie xenofobe e autoritarie – ha concluso il presidente dell’Assemblea legislativa – il nostro dovere è rinnovare l’impegno antifascista. Essere antifascisti oggi significa vigilare contro ogni forma di discriminazione, promuovere l’inclusione, difendere i diritti umani e la pace. Significa, nuovamente, educare le generazioni alla memoria, affinché gli orrori del passato non si ripetano. Il 16 maggio 1945, i sopravvissuti di questo campo pronunciarono quello che è passato alla storia come il ‘Giuramento di Mauthausen’, che sanciva l’impegno a combattere, solidali e uniti, contro l’imperialismo e contro l’istigazione fra i popoli e riconosceva la pace e la libertà come garanti della felicità dei popoli. Oggi, rinnoviamo quel giuramento. Perché la memoria sia guida, la libertà sia difesa e la pace sia costruita ogni giorno”.
A seguire si è tenuto un momento commemorativo con il presidente nazionale ANED Dario Venegoni, la sindaca di Firenze Sara Funaro, l’ambasciatore austriaco, gli interventi dei sindaci e il pranzo con i 160 studenti provenienti da diverse città dell’Emilia-Romagna.
Il presidente Fabbri ha preso parte al viaggio promosso da ANED-Associazione nazionale ex deportati, che ha coinvolto oltre 300 persone fra cui studenti e studentesse provenienti da diverse città dell’Emilia-Romagna, accompagnati da sindaci, assessori e consiglieri dei comuni coinvolti. Il presidente Fabbri ha ringraziato ANED, in primo luogo il vicepresidente di ANED Bologna Fabrizio Tosi, per aver organizzato il viaggio. Insieme al presidente Fabbri erano presenti la sindaca del Comune di Marzabotto Valentina Cuppi, l’assessore del Comune di Bologna Daniele Ara, il sindaco Matteo Ruggeri e l’assessore Andrea Gurioli di Casalecchio di Reno, l’assessora di Imola Daniela Spadoni, l’assessore di Pieve di Cento Vittorio Taddia, l’assessore di Zola Predosa Sergio Cardo, l’assessora di Sala Bolognese Ornella Trapella e numerosi consiglieri. Accanto agli amministratori, anche la presidente dell’ANPI provinciale di Bologna Anna Cocchi insieme a una delegazione regionale e parenti di ex deportati.
Gli studenti e i professori che hanno preso parte al viaggio a Mauthausen provengono da undici scuole secondarie di primo grado di Marzabotto, Vado-Monzuno, Pieve di Cento, Castello d’Argile, Calderara di Reno, Sant’Agata Bolognese, Zola Predosa, Dozza, Castel Guelfo, Crevalcore, Sala Bolognese e cinque scuole secondarie di secondo grado: l’Istituto agrario Scarabelli di Imola, il liceo linguistico di Imola, l’istituto Archimede di San Giovanni in Persiceto, l’istituto Malpighi di Crevalcore e il liceo Giordano Bruno di Medicina. Oltre alle scuole dell’Emilia-Romagna hanno partecipato al viaggio anche studenti provenienti da Toscana, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria per oltre duemila partecipanti.
(Irene Gulminelli)



