Parità, diritti e partecipazione

Assoluzione violenza sessuale a Torino. Insorgono le commissioni pari opportunità di Regioni e Province Autonome

Roberta Mori: “Basta colpevolizzare le donne, intervenga la Commissione speciale d’inchiesta sui femminicidi”

“Proviamo sconcerto ed esprimiamo profondo dissenso rispetto alle motivazioni processuali riportate dalla stampa che, se confermate, rappresenterebbero un passo indietro gravissimo per i diritti e la sicurezza di tutte le donne”. Così la coordinatrice nazionale delle commissioni Pari Opportunità di Regioni e Province Autonome, Roberta Mori, sulla sentenza di ieri della Corte d’Appello di Torino che, ribaltando il verdetto di primo grado, ha assolto un giovane dal reato di violenza sessuale in quanto la vittima avrebbe provocato e indotto l’imputato “a osare”.

“Sentir parlare un collegio giudicante di ‘ragazza alterata per un uso smodato di alcol (…) che provocò l’avvicinamento del giovane’ e di ‘cerniera dei pantaloni della vittima deteriorata’, quale scusante di uno stupro, è inaccettabile per più motivi – dichiara la coordinatrice nazionale e consigliera regionale dell’Emilia-Romagna -, prima di tutto perché non fa che rafforzare stereotipi di genere e sessismo ancora diffuso nel Paese, colpevolizzando la donna invece che tutelarla quando trova il coraggio di denunciare e producendo di fatto una vittimizzazione secondaria».

Secondo il Coordinamento nazionale delle commissioni Pari Opportunità manca ancora una formazione adeguata degli operatori per una cultura rispettosa della soggettività femminile che protegga la donna vittima della violenza maschile che, come del resto dimostrano i numeri dei femminicidi e delle violenze domestiche, risulta in aumento. “Chiediamo pubblicamente alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio di intervenire per un accesso agli atti del processo torinese che, purtroppo, – afferma in conclusione Roberta Mori – non è un caso isolato ma uno fra i numerosi esempi di sottovalutazione e discriminazione agita contro le donne, che le mette ulteriormente a rischio”.

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