L’Assemblea legislativa ha approvato la proposta della Giunta sull’attività internazionale dell’Emilia-Romagna dal 2021 al 2025. Il provvedimento era già stato approvato in commissione Bilancio, affari generali e istituzionali.
A illustrarlo in Aula, è stata la vicepresidente della Giunta, Elly Schlein, che ha ricordato la genesi del provvedimento. Alla base dell’iniziativa ci sono, infatti, i valori contenuti nel Patto per il lavoro e per il clima, in un periodo di cambiamenti dovuti all’emergenza scaturita dalla pandemia. L’Emilia-Romagna, ha ribadito Schlein, ha una forte vocazione all’internazionalizzazione che contribuisce in modo forte allo sviluppo dei territori e dell’economia.
“Dobbiamo stringere i fili dei rapporti con i partner e guardare alle sfide del futuro. Con loro vogliamo metterci alla guida di questo periodo critico e non subirne gli effetti” ha esordito Schlein. La vice presidente ha detto di aver incontrato, nelle scorse settimane, alcuni dei partner più stretti, inseriti fra le priorità geografiche, per rafforzare le relazioni. Fra questi, la ministra dell’Assia (Regione tedesca) per l’Europa, l’assessore della regione della Polonia Wielkopolskie e il vice presidente di Nouvelle Aquitaine (Regione francese) “perché le nostre comunità affrontano le stesse difficoltà”.
Dopo aver ricordato i quattro pilastri strategici, Schlein ha affermato che il tema “è come ripartire puntando su imprese di qualità, lavoro, occupazione, inclusione, la lotta alle diseguaglianze”. La nostra regione “deve attrarre conoscenze e competenze”. La vice presidente ha detto che “il documento è frutto di una partecipazione ampia e di diversi organismi. Seguendo il Patto per il lavoro e il clima, abbiamo sentito i comuni con oltre 30mila abitanti, che ci hanno fornito contributi che hanno arricchito il lavoro”. Tanti sono i partenariati in corso di svolgimento, che rappresentano una via prioritaria per lo sviluppo delle direttrici di dialogo, anche se le priorità geografiche saranno definite con piani operativi biennali coordinati dalla Cabina di Regia che dovranno valorizzare sia i rapporti esistenti sia quelli che verranno siglati in futuro.
Sono quattro i pilastri su cui si fonda l’indirizzo della Giunta per l’attività internazionale della Regione: capitale umano, ricerca, cultura e innovazione, transizione ecologica, Emilia-Romagna quale Regione dei diritti e lavoro, imprese e opportunità. A queste, si aggiunge la trasformazione digitale.
In sede di discussione, particolarmente critico l’intervento di Stefano Bargi (Lega) che ha espresso il suo biasimo sia per le tempistiche di proposizione e approvazione del documento sia per i contenuti del Piano pluriennale delle attività internazionali. “L’ho già detto in Commissione e lo ripeto qui ora – specifica il consigliere modenese – ma denuncio un iter dei lavori avvilente per il ruolo dell’Assemblea che viene trattata come una sorta di passacarte per un documento di oltre 70 pagine che delinea le linee programmatiche che dovrebbero essere peculiari dell’organo elettivo della Regione”. Venendo ai contenuti del documento, Bargi critica l’enfasi mostrata sui dati degli investimenti esteri perché “un conto sono gli investimenti di capitale che creano lavoro, altro sono le acquisizioni e fusioni che spesso nascondono attività speculative per acquisire specifici know how da portare fuori dai nostri confini”. Ulteriori perplessità espresse dal consigliere, poi, riguardano la parte del Piano che riporta le numerose indagini relative al territorio “che non sono adeguatamente specificate nei criteri realizzativi” e i “proclami trionfali per il futuro stante il clima particolarmente incerto che viviamo oggi a causa della pandemia” che vanno ad aggiungersi a giudizi negativi e preoccupati sul settore fieristico e sulla reale inclusività dei bandi regionali destinati all’internazionalizzazione.
Di tenore diametralmente opposto le dichiarazioni di Gianni Bessi (Pd) il quale giudica positivamente un “documento che trae spunto e si muove in simbiosi con il Patto per il Lavoro e il Clima e il Documento di Economia e Finanza Regionale e che quindi, per la vastità e complessità dei temi trattati, va fatalmente a relazionarsi con innumerevoli ambiti di interesse”. Questo Piano, per il consigliere ravennate, segue l’analogo stilato per il 2014-2019 “che ha fotografato un periodo molto positivo per la nostra economia chiaramente vocata all’export”. Per Bessi, nel Piano pluriennale vengono esplicitate in maniera efficace le peculiarità dei nostri territori: “dal capitale umano alla ricerca e sviluppo, dall’economia inclusiva e sostenibile ai diritti, dall’ecologia alla creatività sono rappresentati tutti i punti di forza della Regione che troveranno grande impulso non solo dall’ulteriore sviluppo delle grandi piattaforme intermodali tra cui il porto di Ravenna, ma anche da un posizionamento del nostro territorio ulteriormente rafforzato dalle innumerevoli collaborazioni e partenariati già siglati negli scorsi anni”.
La capogruppo Pd Marcella Zappaterra ha poi parlato di “atto particolarmente strategico soprattutto sul versante dell’accompagnamento all’internazionalizzazione della nostra economia e contestualmente a promuovere le eccellenze della nostra terra. Un atto fondamentale perché coordina perfettamente i capisaldi della nostra legislatura con le azioni che si dovranno mettere in campo nel futuro”.
Silvia Zamboni (Europa Verde) ha contestato la visione di “Assemblea passacarte” fornita dal collega Bargi e ha specificato che “anche se è vero che il Patto per il Lavoro e il Clima è stato siglato fuori dall’Assemblea, sarà l’Assemblea a dover tradurre in atti concreti tali oviettivi”. Sui temi del Piano, Zappaterra approva il documento “che definisce molto bene gli obiettivi verso territori e mercati esteri e che ci pone nelle condizioni di utilizzare molto efficacemente i fondi europei”.
(Gianfranco Salvatori e Luca Boccaletti)