Sì in Aula al Programma regionale per lo sviluppo del settore musicale con 28 voti favorevoli, 14 astenuti (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia) e nessun voto contrario. Obiettivo del piano triennale 2021-2023 – basato sulla legge regionale del 2018 “Norme in materia di sviluppo del settore musicale”, fra le prime in Italia in questo campo- , è quello di definire priorità e strategie degli interventi in un settore riconosciuto come “strumento di formazione culturale, di aggregazione sociale, espressione artistica e di sviluppo economico”.
“Il Programma- spiega Francesca Marchetti (Partito democratico)– vuole rafforzare e consolidare un’azione significativa già in essere anche dalla scorsa legislatura per trasformare l’Emilia-Romagna in un grande polo della creatività in Italia. Già la nostra regione- sottolinea la consigliera- nel 2019 era al secondo posto in Italia per numero di concerti. Ma il 2020 ha avuto un impatto molto duro anche in questo settore. Da qui la necessità di rafforzarlo anche perché rappresenta un’importante filiera di sviluppo occupazionale del nostro territorio”.
Due le macro-aree interessate: la prima che riguarda la qualificazione dell’offerta formativa e l’alfabetizzazione musicale, la seconda lo sviluppo della produzione e distribuzione musicale. Qualche numero sull’offerta formativa in Emilia-Romagna: 470 scuole di musica, 40mila allievi tra i quali 2.500 stranieri, 650 disabili. “Vogliamo dare supporto alle scuole di musica del nostro territorio ma anche ai conservatori e licei musicali, scuole di secondo grado di indirizzo musicale. Valorizzare i cori e le bande. Garantire un accesso per tutti in questo settore soprattutto ai giovani, a chi ha disabilità, in questa fase di pandemia è importante – spiega Marchetti – da qui l’urgenza di spazi di socializzazione per la pratica musicale, il supporto ai ragazzi con disabilità e l’investimento in dotazioni tecnologiche”.
E, per quanto riguarda lo sviluppo della produzione e distribuzione musicale, “verranno messe in campo azioni di accompagnamento e messa in rete di figure imprenditoriali. Cercheremo anche qui di andare incontro alla grandissima platea di lavoratori dello spettacolo, 11mila 840 persone in difficoltà dopo la pandemia, e offrire nuove opportunità, valorizzare lo streaming e il digitale con nuove tecnologie. Dobbiamo essere sempre più consapevoli del fatto che lo sviluppo occupazionale, il benessere e l’equità oggi sono sempre più legati alla dimensione della cultura, lo abbiamo visto con il cinema e lo spettacolo e lo vediamo ora con la musica”.
Astensione da Fratelli d’Italia soprattutto per alcune perplessità riguardo la nona e ultima edizione di un bando del Comune di Bologna finanziato dalla Regione in questo campo, “Incredibol”. “Ammetto che questo Piano- spiega Marco Lisei– sviluppa una serie di progetti, alcuni molto interessanti anche per la loro attività di sostegno, ma insisto sul fatto che, in questi bandi, le rendicontazioni devono essere più puntuali, chiare. Quando un ente eroga contributi, l’occhio amministrativo deve essere vigile”.
D’accordo su questo punto anche la Lega. “Sono molti gli obiettivi condivisibili in questo programma- spiega Matteo Montevecchi– dalla valorizzazione delle realtà locali, al recupero delle tradizioni musicali popolari, così come il sostegno alle start-up, però ci riserviamo di giudicare i fatti. Monitoreremo come vengono spese le risorse”.
Si astiene anche Forza Italia. “Abbiamo alcune riserve riguardo i bandi dello scorso anno- spiega Valentina Castaldini– il nostro compito non dovrebbe essere quello di controllare ma rendere la nostra realtà più interessante ed è quello che dovrebbero fare i bandi”.
“Puntare su un settore come quello musicale oggi è importante- è il parere di Federico Amico (ER Coraggiosa)– non solo perché rende la nostra regione attrattiva ma anche perché dà lavoro a musicisti, attrezzisti, fonici e molti professionisti. Non dimentichiamoci che l’Emilia-Romagna è una delle poche regioni ad avere una legge quadro sulla musica”. Secondo Amico, dopo la pandemia, “emergono nuovi scenari innovativi sui quali sarà necessario concentrare i nostri sforzi, penso ad esempio al digitale. Questo programma va oltre la dinamica di ristoro perché ci permette di programmare un’attività di rinascita del settore”.
Giudizio positivo anche da Lista Bonaccini. Secondo Stefania Bondavalli, “i buoni risultati già ottenuti in questo campo ci permettono di dare continuità e rafforzare ulteriormente il settore”. La consigliera sottolinea il ruolo della musica nel favorire il dialogo interculturale e l’accoglimento delle persone con disabilità. “Non solo, – aggiunge- questo settore può offrire anche nuove opportunità occupazionali per i giovani, puntando sullo streaming e sul digitale. La cultura continua ad essere importante e lo dimostra il fatto che la gente il 27 marzo è scesa in strada per la giornata mondiale del teatro”.
Anche Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle) riconosce “il potere di socializzazione della musica, soprattutto in un periodo come questo” e ribadisce l’importanza di “favorire l’inclusione e l’accesso in questo settore alle persone con disabilità”.
In conclusione, l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori, esprime la sua soddisfazione per una legge che ha dato sempre “buoni risultati” in tutti i campi. “Il settore musicale si conferma importante a livello mondiale anche perché registra una crescita del 23 per cento per lo streaming. Il digitale aiuta tutto il settore, per questo anche la nostra regione si deve attivare per questa sfida”. L’assessore ricorda poi il lavoro in programma sugli archivi multimediali, “un patrimonio enorme che ha bisogno di essere conservato e digitalizzato”.
(Francesca Mezzadri)