“Rafforzare la collaborazione fra nidi, scuola dell’infanzia e pediatri di libera scelta (anche con una formazione specifica) per intercettare precocemente i disturbi dello spettro autistico tra i bambini”.
La commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Ottavia Soncini, approva una risoluzione della maggioranza con l’obiettivo di garantire piena attuazione del programma regionale integrato per l’assistenza territoriale alle persone con disturbo dello spettro autistico.
Un atto a prima firma Francesca Maletti, Palma Costi, Matteo Daffadà, Francesca Marchetti, Roberta Mori, Marcella Zappaterra, Pasquale Gerace, Marilena Pillati, Nadia Rossi, Luca Sabattini, Manuela Rontini, Stefano Caliandro, Antonio Mumolo, Giuseppe Paruolo e Massimo Bulbi del Partito democratico, oltre alla stessa presidente Soncini, sottoscritto poi da Federico Amico di Emilia-Romagna Coraggiosa, da Stefania Bondavalli della lista Bonaccini presidente e da Silvia Zamboni di Europa verde.
“La risoluzione fa proprie tutta una serie di richieste provenienti dalle associazioni attive sul problema autismo: è, prima di tutto, necessario assicurare una dotazione di personale adeguata, sia nelle neuropsichiatrie infantili sia nei dipartimenti di salute mentale, per favorire la diagnosi precoce e la tempestiva presa in carico (in dieci anni le prese in carico sono più che raddoppiate, anche perché c’è maggiore attenzione rispetto al problema), eliminando i limiti al tetto di spesa per queste assunzioni”, rimarca Maletti. Contestualmente, prosegue, “è fondamentale garantire un raccordo anche più forte con il mondo della scuola e con quello del lavoro”. A garanzia di questi obiettivi, “diventa quindi centrale – conclude – rafforzare il confronto con operatori e associazioni che rappresentano le famiglie e le persone con disturbo dello spettro autistico”.
Presentato anche un emendamento all’atto dal centrodestra (a prima firma di Daniele Marchetti della Lega), per richiedere un riferimento ai criteri per il riconoscimento dell’assegno di cura previsto dal programma regionale integrato sull’autismo. “Finalmente – rimarca il consigliere Marchetti – si parla d’autismo, il tema è delicato, tra le famiglie c’è forte preoccupazione, non sempre i servizi dal sistema sanitario risultano adeguati, lo strumento dell’assegno di cura diventa quindi fondamentale”. Via libera all’emendamento dalla commissione.
Anche per Luca Cuoghi (Fratelli d’Italia) “il programma deve essere attuato in toto, come certifica anche la risoluzione della maggioranza, a partire dall’erogazione dell’assegno di cura, per noi un valore aggiunto”.
Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa) specifica che “l’assegno in cura è previsto in generale per i percorsi di assistenza”.
In discussione in commissione anche un secondo atto, targato Lega, sullo stesso tema: i consiglieri Gabriele Delmonte e Maura Catellani chiedono, in particolare, all’esecutivo regionale “di risolvere a Reggio Emilia i problemi collegati all’erogazione delle terapie”.
“Nel reggiano – spiega Delmonte – l’Ausl sembrerebbe essere in grave ritardo con l’erogazione delle terapie, come le sedute logopediche (cure fondamentale per sviluppare il linguaggio del bambino), un problema sollevato dall’associazione Aut Aut. Nella denuncia, mezzo stampa, si parla anche dei ritardi da parte del reparto di neuropsichiatria infantile nel supporto alle scuole per definire i programmi didattici, con la conseguente perdita di mesi di lavoro scolastico per i bambini autistici. Risultano, poi, ritardi rispetto alle prime diagnosi”.
Sulla situazione reggina interviene sempre Federico Amico: “I casi di disturbo dello spettro autistico sono in aumento, c’è un sovraccarico di lavoro, le denunce mezzo stampa non vanno comunque trascurate, anche se risultano tempistiche diverse, decisamente inferiori, rispetto a quanto riferito da Delmonte”.
La risoluzione della Lega è stata respinta dalla commissione.
(Cristian Casali)