“Ottenere una collaborazione più efficace da parte del governo nei confronti di Stellantis per il mantenimento dell’occupazione diretta e dell’indotto manifatturiero che interessa tutta l’Italia e in particolare l’Emilia-Romagna”.
Questa la sollecitazione che Ludovica Carla Ferrari (Pd) consegna all’esecutivo regionale per il comparto automobilistico, “che sta vivendo un cambiamento epocale dovuto alla transizione verso l’elettrico, l’ibrido e dunque verso le soluzioni alternative che consentano l’evoluzione, non il superamento, del motore endotermico quali, ad esempio, l’idrogeno e gli e-fuels, strategie per cui in Emilia Romagna, a Modena in particolare, sono nati importanti centri di competenza e sperimentazione”.
Riferendosi in particolare allo storico marchio modenese di Maserati, un brand che “rappresenta un pilastro economico e tecnologico per l’Emilia-Romagna, capace di creare occupazione, innovazione e prestigio nel settore automobilistico internazionale”, la dem ricorda la ristrutturazione strategica lanciata dai vertici di Stellantis, che “ha avuto impatto sugli stabilimenti italiani, con riduzioni produttive e incertezze sui modelli futuri e soprattutto sul capitale umano di Maserati, la risorsa più importante dell’impresa che si sta consumando in questa situazione di stallo”.
Sottolineando poi come l’automotive rappresenti “una parte significativa del PIL regionale e offra migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti fra produzione, ricerca, design e componentistica”, Ludovica Carla Ferrari fa discendere il proprio atto ispettivo ricordando come proprio in questi giorni per Maserati si sia protratto il ricorso alla cassa integrazione per “lavoratori che hanno lavorato l’ultimo giorno alla fine dello scorso novembre, vivendo da allora nelle difficoltà economiche e nell’incertezza del proprio futuro”.
In aggiunta alla sollecitazione principale, la dem chiede anche “quali azioni di competenza regionale si vogliano intraprendere nell’ambito dei lavori del Tavolo nazionale dedicato al settore automotive”.
(Luca Boccaletti)