Capire le esigenze della popolazione e dei territori, in sinergia con i sindaci, per limitare i problemi legati alla riorganizzazione e alla chiusura degli sportelli bancari nelle aree periferiche della regione. Necessario, inoltre, modificare la normativa europea sulla classificazione delle banche in base alla loro funzione. Sono alcune delle riflessioni e delle proposte emerse nella commissione Politiche economiche, in seduta congiunta con la commissione Bilancio, durante la quale sono stati ascoltati i rappresentanti di Abi (Associazione bancaria italiana), Federcasse e della Federazione (Banche di credito cooperativo (Bcc) dell’Emilia-Romagna.
Il presidente della commissione Bilancio ha ricordato come negli ultimi 5 anni abbiamo assistito alla chiusura di moltissimi sportelli, lasciando alcuni territori privi del servizio bancario. Con questa audizione vogliamo aprire il tema per capire lo stato dell’arte e se c’è una programmazione futura, ritenendo importante la collaborazione fra istituzioni che raccolgono le esigenze dei cittadini”.
Abi ha spiegato: “A fronte di una riduzione della modalità tradizionale, quella attraverso gli sportelli, abbiamo avviato un dialogo con Uncem (Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani) per valutare le soluzioni più efficaci per la popolazione delle aree periferiche. Fondamentale sostenere un rapporto diretto con i sindaci per mappare bisogni della clientela e cogliere le esigenze dei territori. Non si può non tenere conto del cambiamento in atto, l’uso sempre più diffuso di Atm (sportelli automatici) avanzati, ma bisogna essere comunque inclusivi per andare incontro ai bisogni di tutte le fasce di popolazione”.
Per Federazione Bcc Emilia-Romagna “il territorio deve essere considerato in un legame imprescindibile con le persone. Il credito cooperativo nella nostra regione è molto sentito e questo ci permette di avere un collegamento diretto. Una soluzione la dobbiamo trovare per il rispetto della comunità, compatibilmente con la sostenibilità economica. Siamo disponibili a un confronto e a valutare le varie situazioni”.
Federcasse ha rilanciato la proposta “di sostenere alcune modifiche normative a livello europeo che consentano una diversa classificazione delle banche in base anche alla loro funzione. Siamo a disposizione per ascoltare le esigenze di quei comuni sprovvisti di sportelli. Bisogna trovare anche un punto di equilibrio per andare incontro a chi non ha abilità digitali. Occorre fare pressing sul governo e sul Parlamento europeo affinché in sede di Consiglio europeo venga data una spinta ai territori attraverso il ‘Pacchetto bancario 2021’. È un’occasione da cogliere ora”.
Per il Partito democratico “gli istituti di credito locali hanno un ruolo fondamentale. La politica nazionale deve cercare di recuperare gli errori sostenendo la modifica di norme europee che hanno penalizzato i piccoli istituti. La banca on-line non sempre è approcciabile, perché in molte zone ci sono problemi di connessione. È inoltre fondamentale mantenere l’interazione con i clienti. La diminuzione degli sportelli è un fenomeno fisiologico ma richiede concertazione allargata. Le banche sono servizi determinanti per rimanere a vivere su un territorio”.
La Lega ha ribadito: “Sono stati smantellati servizi in quelle realtà che hanno più bisogno e anche per questo si crea lo spopolamento dei territori. I cittadini e le imprese, specie nei piccoli comuni, vogliono avere un dialogo con l’istituto di credito. È fondamentale che il rapporto non sia meramente telematico. Per capire come muoverci è fondamentale la sinergia coi sindaci. Sarebbe opportuno cogliere l’opportunità della Sessione europea per affrontare la questione e presentare un emendamento congiunto per chiedere la modifica normativa a supporto soprattutto degli istituti più piccoli”.
(Lucia Paci)
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