“Tornare alla piena occupazione in Emilia-Romagna”. Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, interviene in Aula in chiusura della discussione generale sul Bilancio di previsione 2015. “La piena occupazione- spiega- è l’obiettivo primario per l’Emilia-Romagna. Sono già presenti segnali di ripresa. La nostra regione nel 2014 ha avuto il maggiore incremento, comparato alle altre regioni italiane, sull’export (4,2%)”; sono poi previsti finanziamenti importanti “sull’internazionalizzazione delle imprese, rivolti anche alle aziende di piccole dimensioni, oltre a investimenti per sviluppare i settori principali del nostro sistema economico: agricoltura, manifatturiero, turismo e terzo settore”.
“L’Emilia-Romagna- prosegue il presidente della Giunta- è in grado di attrarre e di utilizzare i finanziamenti europei: con l’approvazione, tra pochi giorni, dei tre piani collegati ai fondi Ue, metteremo a disposizione del sistema produttivo regionale 2,5 miliardi di euro per l’innovazione e la ricerca, per i giovani e le aree disagiate”. Inoltre, “entro la fine di maggio verrà firmato, in accordo con le forze sociali, il patto per il lavoro” e “presto, come da programma, verrà inaugurata una cabina di regia volta a sburocratizzare il sistema lavoro”.
L’assessore al Bilancio, Emma Petitti, in precedenza aveva parlato di un “bilancio volto alla crescita economica”, che “mantiene invariato il sistema sociale e che salvaguarda il comparto della sanità”, oltre a “mantenere inalterata la pressione fiscale su famiglie e imprese. Confermati gli investimenti rivolti al sistema socio-sanitario, al trasporto pubblico, al turismo e all’agricoltura. Un incremento di risorse è previsto per la difesa del suolo”.
Prima del presidente Bonaccini e dell’assessore Petitti, il presidente della commissione Bilancio, Massimiliano Pompignoli (Ln), aveva criticato le scelte della Giunta: “Ci saremmo attesi un maggiore impegno sullo sviluppo sostenibile del territorio, la sfida non è stata colta. Un bilancio granitico nella forma, che non lascia spazio a virtuosismi e a innovazioni, hanno prevalso le vecchie logiche del Pd, non c’è stata rottura con la vecchia e fallimentare classe dirigente. Scarsi gli impegni in ambito di sicurezza, grandi opere, sanità e sviluppo economico”.
(cr)