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BILANCIO 2015. VERSO REDDITO MINIMO DI CITTADINANZA: AULA APPROVA ODG SEL-PD-ALTRAER CHE IMPEGNA ASSEMBLEA ER A PROMUOVERE SPERIMENTAZIONE

BILANCIO 2015. VERSO REDDITO MINIMO DI CITTADINANZA: AULA APPROVA ODG SEL-PD-ALTRAER CHE IMPEGNA ASSEMBLEA ER A PROMUOVERE SPERIMENTAZIONE

L’Assemblea legislativa si impegna ad approvare una apposita legge regionale che promuova una sperimentazione del reddito minimo di cittadinanza. È quanto prevede l’ordine del giorno approvato a  maggioranza (astenuti M5s, contrari Lega nord, Fi, Fdi)  dall’Aula nel corso della seduta sul Bilancio 2015 della Regione. L’atto d’indirizzo, presentato dai capigruppo Igor Taruffi (Sel, primo firmatario), Stefano Caliandro (Pd), Piergiovanni Alleva (AltraER), e da altri colleghi dei rispettivi Gruppi, impegna la Giunta a potenziare, dal prossimo bilancio di previsione, gli strumenti esistenti di contrasto alla povertà, “anche con appositi ed innovativi interventi di sostegno al reddito, promuovendo la sperimentazione di forme di reddito minimo garantito”, e a stimolare il Governo nazionale “nella predisposizione di una normativa in tema di reddito minimo garantito”. Gli effetti della crisi economica che si protrae ormai da otto anni hanno fatto aumentare il numero di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà in modo vertiginoso – sostengono i firmatari – pertanto, in attesa della definizione di una legislazione nazionale in materia, “è necessario che la Regione, per quanto di sua competenza, introduca provvedimenti legislativi in grado quanto meno di evitare l’acuirsi del fenomeno che da economico si sta trasformando in crisi sociale”. “L’attenzione al tema del lavoro e dello sviluppo – si legge sempre nell’atto – è prioritaria in Regione Emilia-Romagna, dalla crisi si esce solo con il lavoro e solo garantendo il diritto delle persone di partecipare attivamente alla crescita della comunità”.

Respinto l’emendamento a firma degli esponenti del Gruppo M5s (Giulia Gibertoni, Raffaella Sensoli, Gian Luca Sassi, Andrea Bertani, Silvia Piccinini) che – riproducendo sostanzialmente  i contenuti di una risoluzione presentata dagli stessi consiglieri sull’argomento e poi respinta dall’Aula – chiedeva l’avvio della sperimentazione del reddito minimo di inserimento in Emilia-Romagna già a partire dal secondo semestre 2015 e la piena attuazione delle norme regionali per la promozione della cittadinanza sociale (L.r. 2/2003) che – hanno sottolineato – “già prevedono tale sperimentazione”.

Sullo stesso argomento, respinto l’ordine del giorno del solo Alleva (AltraER) in tema di contrasto alla povertà e di incremento dell’occupazione, che impegnava la Giunta regionale ad introdurre nel welfare regionale “una prima forma di reddito garantito minimo a cominciare dagli strati sociali per i quali è meno probabile un recupero lavorativo”. Nel documento si chiedeva inoltre di procedere ad un immediato allargamento della base occupazionale attraverso misure di rilancio degli ammortizzatori sociali, come i contratti di solidarietà espansiva – “già previsto dalla legislazione nazionale, ma necessitante di integrazioni da introdurre a livello regionale” – in aggiunta ad iniziative di creazione di nuove attività produttive.

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