Una legge di bilancio da 14,3 miliardi di euro con nuove entrate provenienti da maggiorazioni Irpef, Irap, bollo auto e ticket sanitari e maggiori investimenti sui servizi, in particolare nell’ambito della non autosufficienza, della cura del territorio, del trasporto pubblico locale, delle politiche abitative e di quelle educative.
Al via in Assemblea legislativa la discussione sulla manovra di Bilancio della Regione per il triennio 2025-2027 (legge tributaria e Bilancio di previsione).
“Sanità, servizi, territorio: questo è un bilancio che guarda al futuro. Con questo bilancio teniamo insieme sviluppo economico e coesione sociale e difendiamo la sanità pubblica. Confermiamo la tradizione della Regione Emilia-Romagna e lo facciamo in un quadro di grande difficoltà nazionale e internazionale. E’ in corso un’aggressione alla sanità e agli Enti Locali senza precedenti da parte del governo. La Regione ha fatto ricorso alla leva fiscale per tutelare i servizi ai cittadini. Abbiamo deciso di fare un intervento straordinario sul Fondo per la non autosufficienza e sul tema dell’affitto a fronte della decisione assunta dal governo nel 2023 di abolire il fondo nazionale per l’affitto”, spiega il relatore di maggioranza Fabrizio Castellari (Pd) che commenta anche la decisione della giunta di rivedere al ribasso l’entità dell’aumento delle imposte regionali a seguito di un confronto con i sindacati: “Si era partiti da una posizione e poi si è trovato un accordo che rende ancora più equa la manovra, che è il frutto della concertazione e del confronto con le parti sociali, ovvero una delle caratteristiche del modo di fare politica della Regione Emilia-Romagna. È importante ora proseguire il dialogo con le parti sociali nel Tavolo per il lavoro e per il clima”. Castellari sottolinea anche l’importanza della Regione di mantenere i cofinanziamenti per l’utilizzo dei fondi europei: “Questo è un Bilancio che non si limita al prossimo triennio, ma che dimostra di pensare al futuro, all’interno del mandato del presidente de Pascale di cui abbiamo tradotto in politiche pubbliche il programma di legislatura”.
Per il relatore di minoranza sulla parte tributaria Alessandro Aragona (FdI) “le modifiche in materia fiscale proposte dalla giunta confermano che avevamo ragione noi nel dire che il Bilancio 2025 era sbagliato e c’erano margini per intervenire. Peccato che questo intervento non sia coraggioso come dovrebbe essere. Per il resto questo Bilancio è la conferma delle contraddizioni della maggioranza: non si sceglie e si fa solo piccolo cabotaggio”. Aragona ha anche criticato le modalità di gestione delle risorse pubbliche e dei fondi europei da parte di alcune amministrazioni di centrosinistra, in particolare lo “sportello antirazzista” a Reggio Emilia. “Purtroppo quando si parla di queste cose ci sono reazioni da parte del centrosinistra che sono lontane da quel rispetto istituzionale che si dovrebbe tenere anche nei confronti dei consiglieri di minoranza”, sottolinea Aragona.
Il relatore di minoranza Francesco Sassone (Fdi) boccia il Bilancio in quanto “il centrosinistra si conferma come il partito delle tasse e il fatto che l’aumento Irpef sia stato riformulato conferma la fondatezza delle nostre critiche. La Regione non ha minimamente preso in considerazione ipotesi alternative come la razionalizzazione della spesa, in primo luogo nelle aziende partecipate. Da parte della giunta e della maggioranza c’è troppa tifoseria nel criticare il governo, quando invece si deve lavorare nell’interesse dei cittadini e delle imprese Il presidente della Regione ha sbagliato anche a presentare la manovra prima alla stampa che all’Assemblea legislativa e alle forze sociali. I problemi che oggi i cittadini emiliano-romagnoli pagano non è frutto delle scelte del governo Meloni, ma di quanto fatto in questi decenni dal centrosinistra, visto che la Regione Emilia-Romagna è sempre stata governata dal centrosinistra”.
Per la giunta interviene l’assessore al Bilancio Davide Baruffi che ribadisce la bontà del Bilancio 2025 sottolineando il quadro in cui è nata, segnato dal sottofinanziamento della sanità da parte del governo, da un quadro di incertezza nazionale e dalla decisione del governo di chiedere a Regioni e Enti Locali di compartecipare alla tenuta della finanza nazionale.
Nel complesso il Bilancio di previsione 2025-2027 è una manovra da 14,3 miliardi di euro, di cui 10 per la sanità, e che prevede, fra le altre misure, nuovi investimenti per 1,9 miliardi di euro su lavoro, imprese e comunità, 167 milioni per sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente, 109,5 milioni per agricoltura, 58 milioni per turismo, 672 milioni per trasporti, viabilità e mobilità, 265 milioni per lo sviluppo economico, 284 milioni per politiche per lavoro e formazione professionale, 57 milioni per edilizia, 17 milioni per politiche giovanili, sport e tempo libero, 73 milioni per istruzione e diritto allo studio, 110 milioni per energia e diversificazione delle fonti energetiche, 105 milioni per politiche sociali e famiglia.
(Luca Molinari)