L’ultima manovra di bilancio della legislatura vede una netta contrapposizione tra maggioranza di centrosinistra e forze di opposizione, centrodestra e M5s.
Per Fabio Callori (Fdi) il bilancio è da bocciare in quanto elettorale e acchiappa consenso. Nel merito della manovra, il capogruppo critica le scelte in materia di sanità, di infrastrutture e trasporti, specie per la mancata approvazione del Prit, per la scelta di introdurre la plastic tax, penalizzante per le imprese del settore, e per le politiche in materie di turismo, che vedono i territori ricevere sostegno economico discrezionale a seconda delle maggioranze al governo degli enti locali.
Andrea Galli (Fi) punta il dito contro le spese per investimenti, sensibilmente superiori rispetto agli anni precedenti, che testimoniano l’impianto elettoralistico della manovra. Al pari della riduzione dell’Irap per le imprese montane, misura tenuta colpevolmente in serbo per la chiusura della legislatura. Per il forzista le politiche a favore della montagna si sono dimostrate insufficienti, specie riguardo ai collegamenti trasportistici. Altra scelta tardiva, ancorché positiva, secondo Galli, è il taglio dei super ticket sanitari. Ultimo appunto critico è indirizzato alla chiusura dei punti nascita, “la disponibilità del presidente Bonaccini a rivedere la scelta ha mera valenza elettorale” sostiene il consigliere, e al taglio di posti letto negli ospedali della provincia di Modena perpetrato dal 2015.
Michele Facci (Misto) esprime un giudizio negativo sul bilancio, specie per il disavanzo (circa 1,8 miliardi), che ha dimensione strutturale. La Regione, infatti, attacca il consigliere, paga 12-13 milioni annui per interessi passivi causati dai derivati. Critica, poi, le politiche per la montagna, giudicando insufficiente la misura di taglio dell’Irap per le imprese, e le scelte che hanno colpito il settore del gioco legale, con gravi conseguenze per l’occupazione e la tenuta delle imprese.
Daniele Marchetti (Lega) passa in rassegna i problemi che la Giunta uscente lascia in eredità nel comparto della sanità: taglio dei posti letto, mancata integrazione delle reti cliniche, criticità nel funzionamento delle Case della Salute, nomine “pilotate” ai vertici delle aziende sanitarie, liste d’attesa ingolfate. Chiude puntando il dito contro l’interpretazione data Regione in materia di Isee per le rette a carico delle persone con disabilità, che, includendo gli assegni d’accompagnamento, ha penalizzato in modo rilevante persone fragili.
Per Paolo Calvano (Pd) il bilancio in esame è la degna conclusione di una legislatura in cui la Regione ha scelto di essere presente in ogni fase di vita dei cittadini, dai nidi alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro dei genitori ai centri per le famiglie in caso di fragilità; dalle scuole secondarie al diritto allo studio, all’inserimento nel mondo del lavoro. Patto per il lavoro e Reddito di solidarietà– sottolinea il dem– sono l’emblema delle politiche socioeconomiche portate avanti in questo mandato. La Regione, inoltre, – evidenzia il consigliere – ha fatto molto anche per sostenere le politiche per la casa così come per l’autosufficienza in età avanzata ed è stata vicino ai cittadini anche per quanto concerne le politiche in materia di ambiente, gestione dei rifiuti e trasporto pubblico. Le politiche per le aree interne e per la montagna – afferma l’esponente del Pd – dimostrano in modo concreto l’attenzione che la Giunta e la maggioranza uscenti hanno avuto per le periferie e per le aree più fragili del territorio. Infine, punta il dito contro la Lega per aver tagliato, quando era al governo, i fondi per la difesa del suolo e la messa in sicurezza del territorio. In chiusura d’intervento Calvano rivolge un messaggio commosso di congedo e di ringraziamento ai consiglieri tutti e al personale dell’Assemblea legislativa e della Regione, in quanto non si ricandiderà in occasione delle prossime elezioni regionali.
Per Marco Pettazzoni (Lega) questo bilancio è indicativo dell’attività deludente della Regione. Il consigliere parla, in particolare, di poca attenzione per la difesa del territorio: “ci si aspettava interventi importanti sulla prevenzione invece le cifre sono ridicole, solo 3 milioni di euro”. Anche sul tema infrastrutture riferisce di investimenti insufficienti, dato che per anni si sono sbandierate opere, come la Cispadana, la bretella di Argenta e la Campogalliano-Sassuolo, senza realizzarle, così come si è mancato di investire per la manutenzione delle infrastrutture esistenti.
Anche Giancarlo Tagliaferri (Fdi) non manca di criticare il bilancio di previsione, in quanto contiene una serie di prebende elettorali che si augura possano essere riviste, nel segno della discontinuità, da un nuovo governo regionale di centrodestra. Il consigliere, inoltre, rivendica al gruppo di Fdi l’iniziativa, fatta propria dalla Giunta, di escludere dal calcolo Isee i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, incluse carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche, ovvero tutte le pensioni, gli assegni, le indennità per minorazioni civili e per invalidità sul lavoro.
Per Massimiliano Pompignoli (Lega) il bilancio non è certamente positivo, dato che, in chiave elettorale, si cerca di finanziare un po’ tutto. Per il consigliere sono tante le mancate realizzazioni del programma elettorale di Bonaccini: dal riordino istituzionale (le fusioni di Comuni sono state fallimentari) alle infrastrutture (il piano regionale dei trasporti non è stato approvato), dalla difesa del territorio (poca attenzione alla prevenzione) al lavoro (il Patto per il lavoro non ha funzionato), dalla montagna (non sono state date risposte per contrastare lo spopolamento) all’ambiente (i ritardi rispetto agli obiettivi) e alle imprese (sono aumentati gli oneri di costruzione, l’ennesima bastonata alle imprese edili).
Per Roberto Poli (Pd) le opposizioni dipingono un quadro irreale: “La nostra regione può certamente migliorare ma ha ottenuto risultati importanti in questi cinque anni. Chi denigra tutto, offende i cittadini”. Per il consigliere “c’è una bella differenza tra il dire e il fare, tra le chiacchiere e le risposte che vengono date ai cittadini. L’Emilia-Romagna, come certificano tutte le analisi e le statistiche, è una regione all’avanguardia”.
Andrea Bertani (M5s), nel ricordare come l’azione di opposizione del gruppo si sia sempre sostanziata attraverso proposte di governo alternative, ha ricordato le battaglie più significative dei 5 stelle, che vanno dal taglio dei costi della politica alla mobilità ecologica, dallo sviluppo sostenibile al piano per un’economia plastic free, dal contrasto radicale al consumo di suolo alla riduzione drastica delle liste d’attesa in sanità. Riguardo al gioco d’azzardo, il pentastellato ha evidenziato come per risolvere i problemi sollevati dall’applicazione del distanziometro, che considera ineludibile e non procrastinabile, si renda necessario, più che ipotizzare rinvii, istituire un tavolo per affrontare in particolare gli impatti sull’occupazione.
Silvia Prodi (Misto) parte da una riflessione sul tema della rappresentanza, che a suo avviso, di fronte a certe pressioni del mondo produttivo, richiede una responsabilità supplementare della politica. Critica le scelte delle Giunta sulle grandi opere infrastrutturali come la Cispadana e la Sassuolo-Campogalliano, ma riconosce come si sia fatto molto in materia di trasporto pubblico, così come in ambito culturale e di difesa della legalità. In chiusura, auspica una regione in cui ci sia più partecipazione e più democrazia, in una parola più sinistra.
Per Silvia Piccinini (M5s) l’opposizione dei 5 stelle è stata la più costruttiva nel corso della legislatura. Rivendica, in particolare, la battaglia per l’elettrificazione delle linee ferroviarie, quella per il superamento dell’utilizzo della plastica monouso e quella per la chiusura delle discariche nonché la bonifica di quelle che hanno terminato la loro funzione, ad esempio l’ex discarica Razzaboni nel bolognese.
Matteo Rancan (Lega) focalizza il proprio intervento sulle politiche promosse dalla Regione per la provincia di Piacenza. Critica, in particolare, le decisioni assunte in materia di sanità, di agricoltura, di gestione della fauna selvatica e della caccia, di tutela della risorsa idrica, di sport e di trasporto pubblico.
“Il Pd ci dice che va tutto bene- rimarca Fabio Rainieri (Lega)- che i servizi funzionano, ma i problemi sono tanti: sulle liste d’attesa in sanità i risultati sono ancora insufficienti, sulle infrastrutture, come la Parma-Suzzara non ancora elettrificata, c‘è ancora tanto da fare, così anche sulla difesa del territorio, penso all’adeguamento degli argini del Taro. Sono, inoltre, fermi i progetti sugli invasi idrici e non è stato approvato il Piano regionale integrato dei trasporti”. Il consigliere attacca poi il presidente Bonaccini: “può cambiare i manifesti, sostituendo il rosso con il verde, ma rimane sempre un comunista nelle mani delle cooperative rosse”.
L’Emilia-Romagna, sottolinea Igor Taruffi (ERCoraggiosa), non è allo sbando, ma è una regione che ha la necessità di investire per portare nel futuro l’importante storia che la caratterizza. Nel mandato che si compie siamo stati capaci di generare e distribuire ricchezza, peraltro senza alimentare una guerra degli ultimi contro i penultimi. Rivendica poi gli interventi a favore della montagna e delle aree fragili del territorio. Infine, ribadisce la contrarietà del gruppo al progetto della Cispadana e chiede di valutare la riapertura dei punti nascita in montagna.
Raffaella Sensoli (M5s) chiede di preservare il sistema sanitario pubblico, in quanto “la sanità deve essere pubblica e vicina ai cittadini, equa, accessibile, efficiente ed efficace”. Riguardo al welfare chiede di contrastare ogni forma di assistenzialismo, aiutando le persone con disabilità ad autodeterminarsi attraverso progetti di vita indipendente e risposte personalizzate.
Gian Luca Sassi (Misto) chiede al prossimo governo regionale di “sostenere i temi ambientali in maniera forte”, evidenziando come questi argomenti siano assenti nel programmo politico del centrodestra. Critica anche, sulla stessa materia, le scelte portate avanti in questa legislatura: “l’attività poteva essere più efficace e coraggiosa, dato che l’Emilia-Romagna è una delle regioni più inquinate d’Europa”.
Di bilancio previsionale e di programma di mandato che guardano alle future generazioni e alle famiglie parla il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che, nell’elencare le politiche realizzate dalla Giunta e dalla maggioranza di centrosinistra, ricorda con soddisfazione la svolta green promossa in Emilia-Romagna e come la sobrietà sia stata il tratto distintivo dell’intera legislatura, a partire dal taglio delle indennità dei consiglieri regionali.
Stefano Caliandro (Pd) si sofferma sui risultati positivi del Patto per il lavoro e sottolinea i tanti interventi previsti nel bilancio per lo sviluppo sostenibile e la tenuta sociale del sistema socioeconomico della regione, destinata a diventare il grande incubatore dei Big data, una sorta di diffusa Data valley. “La Regione sta dalla parte dei diritti e delle pari opportunità” afferma il capogruppo dem.
Alla manovra di bilancio sono stati presentati numerosi emendamenti, in particolare da parte dei gruppi di opposizione. Solo tre, però, sono stati approvati: due finalizzati a ridurre la produzione di rifiuti plastici, sottoscritto da Silvia Piccinini (M5s), prima firmataria, Paolo Calvano, Luca Sabattini (Pd) e Igor Taruffi (ERCoraggiosa), e uno che mira a estendere il contributo per la riduzione dell’Irap a favore delle imprese che operano, oltre che in montagna, nei comuni fino a 15 mila abitanti che si trovano nelle zone più svantaggiate del territorio regionale, sottoscritto da Paolo Calvano, Marcella Zappaterra, Massimo Iotti (Pd) e Massimiliano Pompignoli (Lega).
La manovra di bilancio è stata approvata con il voto favorevole di Pd, ERCoraggiosa e Silvia Prodi (Misto), contrari Lega, M5s, Fdi, Fi e Michele Facci (Misto).
(Luca Govoni e Cristian Casali)