La Regione assegni almeno il 50% degli introiti derivanti dal bollo auto a investimenti sulla sicurezza stradale, alla manutenzione di strade, ponti, canali e della vegetazione sulle carreggiate nonché alla costante informazione sulla guida sicura.
Lo chiede Andrea Galli (Fi), che torna sul tema anche alla luce di una recente sentenza della Corte Costituzionale per la quale “le Regioni sono libere di stabilire esenzioni sul bollo auto senza rispettare i limiti dettati dalle norme statali” e l’unico vincolo che hanno “riguarda l’impossibilità di effettuare aumenti della pressione fiscale rispetto ai massimi previsti dallo Stato”.
In Emilia-Romagna gli introiti derivanti dall’imposta del bollo auto ammonterebbero annualmente a oltre 600 milioni. “Eppure di tale somma praticamente nulla verrebbe destinato alle politiche e ai programmi per la sicurezza stradale- scrive il capogruppo- mentre una capillare divulgazione sulla tematica andrebbe rivolta, oltre che nelle scuole e ai giovani, anche ad altre fasce di età adulte, in luoghi di lavoro e di aggregazione sociale.” Per il forzista, insomma, la sentenza della Consulta potrebbe rappresentare un alleggerimento della pressione fiscale per i contribuenti, ma “la vera problematica restano le politiche e i programmi per la sicurezza stradale e la mancanza di un vincolo che determini l’allocazione di una determinata percentuale dei fondi derivanti dal bollo, introducendo, appunto, un parametro distributivo come il numero di abitanti per provincia e delle auto immatricolate.”
Per questo Galli chiede alla Giunta che interpretazione dia di questa sentenza e di fornire dati precisi su quante risorse derivanti dall’imposta di bollo siano destinate a programmi per la sicurezza stradale dal 2010 al 2018. Chiede poi di destinare almeno il 50% dei fondi a queste politiche, proporzionando la distribuzione delle risorse sul numero di abitanti per provincia, comune e numero di auto immatricolate e di incrementare la divulgazione capillare sulla sicurezza stradale negli istituti scolastici, luoghi di lavoro e di aggregazione sociale. Infine, domanda all’esecutivo regionale anche “se ritenga che la sentenza della Corte Costituzionale sopracitata non indichi soluzioni in merito alle risorse da destinare alle politiche per la sicurezza stradale e sulle relative coperture finanziarie nel caso in cui una Regione decida di applicare quanto sancito dalla Corte medesima, a maggior ragione visto che l’80% della gestione delle strade urbane ed extraurbane compete a Comuni e Provincie”.
(Giulia Paltrinieri)