Con un’interrogazione, rivolta alla giunta regionale, Giulia Gibertoni (gruppo Misto) sollecita chiarimenti rispetto al progetto del Comune di Bologna “Smart citizen wallet” e all’iniziativa patrocinata dallo stesso Comune di Bologna e dalla Regione Emilia-Romagna “Progetto Pollicino”.
In particolare, la consigliera vuole sapere dall’esecutivo regionale “se non ritenga opportuno sospendere i due progetti, considerato che sono in contrasto con il regolamento generale sulla protezione dei dati (sui progetti ci sono due istruttorie del garante per la privacy) avendo adottato il consenso come base giuridica da parte di enti pubblici (in particolare il Comune di Bologna) e per il modo in cui verrebbero forniti i consensi, nonché, in contrasto con la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio europeo che stabilisce regole armonizzate sull’intelligenza artificiale”. La consigliera spiega, infatti, che “l’uso di sistemi di social scoring, del tutto analoghi a quelli proposti oggi da queste autorità pubbliche, rientrerebbero fra i modelli di intelligenza artificiale a rischio inaccettabile, quindi sarebbero da considerarsi vietati”.
La capogruppo, sui due progetti, chiede poi “quanti siano i cittadini che abbiano partecipato ‘volontariamente’, in quale forma e il numero di quelli che abbiano scaricato la relativa app e quanti l’abbiano effettivamente utilizzata”.
Il progetto Smart citizen wallet, si legge nell’atto, “permetterebbe di valutare il comportamento dei cittadini bolognesi e assegnare punteggi e riconoscimenti a quelli ‘virtuosi’, ma l’assegnazione di questi bonus ha numerose implicazioni sotto il profilo giuridico, etico e sociale”. Si parla di attività, si rimarca nel documento, “che, se mal sviluppate o utilizzate, possono portare anche a gravi limitazioni e violazioni dei diritti e delle libertà dei cittadini, nonché, a pratiche discriminatorie, perseguite anche tramite mezzi tecnologici, come sistemi di ‘credito sociale’”.
Il Progetto Pollicino invece, si legge poi nell’interrogazione, “è un’indagine statistica a carattere sperimentale promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, dal ministero della Transizione ecologica e dal ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, il cittadino viene invitato a condividere i propri dati (apparentemente in forma anonima) per consentire un’analisi della mobilità, al termine della ricerca è previsto che il cittadino riceva dei premi”.
A giugno del 2022, spiega poi Gibertoni, “sono finiti sotto la lente del garante per la privacy diversi enti locali che stanno mostrando un interesse crescente per iniziative basate su soluzioni di tipo premiale, che fanno ricorso a meccanismi di scoring associati a comportamenti ‘virtuosi’ del cittadino, fra i quali rientra il Comune di Bologna per i programmi Smart citizen wallet e Progetto Pollicino”.
“Se è vero che i big data possono contribuire, in astratto, al miglioramento dell’efficienza dei processi, direzionali, gestionali e operativi, nonché, far sì che le pubbliche amministrazioni e le aziende possano offrire servizi e prodotti innovativi ai cittadini – sottolinea la consigliera – ciò non può avvenire al prezzo della violazione palese di diritti e libertà fondamentali e inalienabili, ponendo le persone, di fatto, sotto una lente di controllo pubblica”. In questo caso, conclude, “si affronta con leggerezza il problema privacy, calpestando i diritti dei cittadini”.
(Cristian Casali)