L’Assemblea legislativa prosegue l’esame del progetto di legge di iniziativa della Giunta sulle modifiche alla legge regionale per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività venatoria, di cui è relatore Gian Luigi Molinari (Pd), relatore di minoranza è Massimiliano Pompignoli (Ln). La seduta di ieri aveva visto la chiusura della discussione generale sulla proposta di legge, mentre oggi l’esame dei 60 articoli riguarda anche i 168 emendamenti presentati sul provvedimento: 129 a firma Tommaso Foti (Fdi-An) e Galeazzo Bignami (Fi), 14 sottoscritti da Foti (Fdi-An), Bignami (Fi) e Enrico Aimi (Fi), 17 dal solo Foti (Fdi-An), 6 da Andrea Bertani (M5s), uno insieme da Giulia Gibertoni (M5s) e dal Pd e uno dalla Ln. A essi si aggiunge un sub-amendamento Pd. Un ordine del giorno è poi stato presentato dalla Ln.
Al progetto di legge, la commissione Politiche economiche, presieduta da Luciana Serri, aveva abbinato la petizione popolare finalizzata a consentire la caccia in forma vagante alla selvaggina stanziale con l’uso del fucile solamente con l’ausilio del cane da caccia. Tale procedura ne aveva concluso l’esame.
La discussione generale
Il progetto di legge, ha spiegato il relatore Molinari (Pd), ha lo scopo “di adeguare le norme regionali in materia di protezione della fauna selvatica e di attività venatoria alle novità legislative introdotte dalla recente riforma del sistema di governo regionale e locale e dal collegato ambientale alla legge di Stabilità, che ci ha permesso, in modo condiviso, di apportare utili semplificazioni normative in merito alle procedure autorizzative di appostamenti fissi e altane”. Si tratta, pertanto, “di un atto necessario per approvare il Calendario venatorio regionale e consentire la gestione della caccia fino alla riforma integrale della legge regionale vigente, prevista, dopo un approfondito confronto con tutti i portatori d’interesse e l’auspicabile contributo di tutti i gruppi assembleari, verso la fine dell’anno”.
Massimiliano Pompignoli (Ln) ha criticato “la scelta del doppio intervento legislativo, preannunciando la presentazione di un ordine del giorno per impegnare l’Aula e la Giunta ad approvare la legge di riforma entro il 1^ giugno prossimo, in tempo per la prossima stagione venatoria”. Ha poi espresso apprezzamento “per gli emendamenti condivisi con la maggioranza che chiariscono e semplificano le norme sugli appostamenti fissi strettamente funzionali all’attività venatoria, prevedendo per quelli di natura precaria e facilmente rimovibili una semplice comunicazione al Comune territorialmente competente”.
Andrea Bertani (M5s), sottolineando come “gli adeguamenti normativi più significativi alla legge regionale siano frutto di un asse Pd-Ln ‘pro caccia’”, ha preannunciato la presentazione di emendamenti finalizzati “a reintrodurre il rispetto dei vincoli paesaggistici nelle norme di autorizzazione degli appostamenti fissi, frettolosamente cancellati, e a prevedere l’utilizzo di guardie venatorie e guardie zoofile a fini di vigilanza ambientale e controllo dell’esercizio venatorio”.
Tommaso Foti (Fdi-An) ha evidenziato come “il mero adeguamento normativo, rispetto al quale sarebbe stata preferibile una riforma legislativa sostanziale, sarà poco incisivo per superare la difformità, frutto di provvedimenti stratificati nel tempo, con cui le Province hanno regolato l’intera materia, a partire dagli ATC (Ambiti territoriali di caccia), il cui riordino sarà compito assai arduo”. La decisione della Giunta di “rimandare le scelte di fondo, di cui sarà figlio il prossimo Calendario venatorio, non potrà, però, eludere una seria riflessione su cosa è oggi la pratica venatoria e cosa sarà in futuro una caccia sostenibile, alla luce del consistente calo di cacciatori verificatosi nell’ultimo decennio, non solo per motivi anagrafici, e del vertiginoso aumento di specie selvatiche, come gli ungulati, altamente impattanti”.
L’assessore all’Agricoltura, caccia e pesca, Simona Caselli, concludendo il dibattito, ha ricordato come “non vi fossero alternative all’iter legislativo sdoppiato, in quanto la tempistica è stata imposta da norme regionali (riordino istituzionale) e nazionali (collegato ambientale alla legge di Stabilità) e l’accordo con gli stakeholder sulle modalità di riforma della legge regionale è stato unanime”. Infine, ha espresso “la contrarietà della Giunta in merito all’ordine del giorno annunciato dalla Ln, data l’impossibilità di concludere l’approvazione di una riforma tanto complessa in tempi così ristretti (1 giugno), in considerazione anche dell’imminente avvio dell’iter del nuovo Calendario venatorio, che si preannuncia complesso”.
(lg)