Ambiente e territorio

Caccia Bologna. Focus di Callori (Fdi) su danni cinghiali in Parco Gessi Bolognesi e Calanchi Abbadessa

Nell’interrogazione il consigliere ripercorre la normativa in materia, sollecitando la Giunta a un impegno concreto per risolvere la questione che mette a rischio le attività agricole della zona

Fabio Callori (Fdi)

Fabio Callori di Fratelli d’Italia richiama l’attenzione sulla vicenda dei cinghiali nel Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa. Il consigliere chiede all’esecutivo di migliorare il controllo e contenimento della specie, soprattutto per salvaguardare le realtà socio-economiche della zona, che risultano fortemente colpite dai danni degli animali.

Il consigliere ricorda che nel dicembre del 2014 è stato approvato il Piano quinquennale per la gestione e il controllo del cinghiale nel parco in questione e che il precedente Piano faunistico-venatorio approvato dalla Provincia di Bologna è stato poi aggiornato dalla “Carta di vocazione faunistica densità obiettivo e gestione degli ungulati 2014-2018”, che contrasta con gli obiettivi del piano. Piano quinquennale e Carta risulterebbero però collidere: il primo prevede infatti la conservazione di una “bassa densità” di cinghiali, ovvero due esemplari ogni 100 ettari nel territorio del Parco, puntando perciò al contenimento dei danni; la seconda, invece, sostiene che la “densità obiettivo” del cinghiale debba essere pari a zero e ribadisce i forti rischi di danneggiamento “nei territori collinari per la presenza di coltivazioni a cereali e foraggere”.

Ne deriva per Callori che, in questa situazione complessa e incerta, a pagarne le spese siano gli imprenditori agricoli con le loro attività. L’esponente di Fdi sottolinea inoltre che il protocollo d’intesa tra la provincia di Bologna e l’Ente di gestione per i parchi adotta “valori di densità obiettivo uguali a quelle definite dal Piano Faunistico Venatorio Provinciale vigente per le aree limitrofe”.

In più si inserisce la previsione di un’ulteriore strategia, conservativa, dell’Ente Parco, “finalizzata a mantenere comunque una popolazione di cinghiali all’interno dei propri confini”. Va però evidenziato che il Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa ricade in una unità territoriale nella quale per il cinghiale è stato imposto l’obiettivo non conservativo. Tuttavia, nell’area contigua al Parco, risulterebbe urgente avviare l’attività venatoria per arginare la presenza dei cinghiali e i conseguenti danni alle coltivazioni.

Dunque, Callori chiede alla Giunta di richiamare subito l’Ente a osservare i giusti criteri di pianificazione e programmazione e ad attuare il protocollo d’intesa firmato con la Provincia di Bologna e le prescrizioni del Piano faunistico-venatorio regionale. Il tutto, riaprendo le consultazioni con le parti interessate per focalizzare l’attenzione sulla realtà socio-economica della zona, in attesa dell’adozione del nuovo piano di gestione. Senza dimenticare l’urgenza di procedere al prelievo del cinghiale nell’area contigua al Parco e di disporre di un piano di gestione che realizzi sinergia tra le azioni di contenimento da condursi nel territorio del Parco.

(Nicoletta Pettinari)

Ambiente e territorio