Un regolamento, quello per la gestione venatoria delle aree contigue al Parco del Delta del Po (per il periodo 2021-2026), sbilanciato a favore dei cacciatori e attento solo alle loro esigenze: la caccia diventa, in questo modo, un diritto inviolabile e prioritario.
Le critiche sui contenuti di questo regolamento venatorio, con un’interpellanza discussa in Assemblea, arrivano dal gruppo Misto.
Per il Misto a rimetterci, in questo modo, sono le biodiversità del territorio, anche nelle aree protette: “A decidere le regole in questa regione sembrerebbero essere 30mila cacciatori, l’unica specie realmente protetta in Emilia-Romagna”.
Dal Misto si rileva poi, citando anche il passaggio in Consulta del parco, l’inadeguatezza dell’iter che ha portato all’approvazione definitiva del regolamento in questione, e si sollecita, menzionando la legge quadro nazionale sulle aree naturali protette, l’adeguamento della legislazione regionale relativa all’accesso venatorio nelle aree contigue ai parchi regionali. Si chiede poi sia garantita una pressione venatoria che avvicini gli indici previsti del rapporto cacciatore per ettaro (“appare del tutto ingiustificata la fortissima differenziazione della pressione venatoria prevista tra la parte ravennate e quella ferrarese nelle aree contigue”).
La risposta arriva dalla Giunta regionale: il regolamento in questione è in linea con la normativa regionale in materia, nelle aree contigue ai parchi l’attività venatoria è ammessa, prevedendo una specifica programmazione.
(Cristian Casali)