Agire in Conferenza Stato-Regioni perché Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e governo riconoscano l’efficacia del metodo della braccata non solo nell’attività di caccia ma anche nell’attività di controllo dei cinghiali. L’appello arriva dai consiglieri regionali del Partito democratico, con una risoluzione a prima firma Gian Luigi Molinari (sottoscritta anche da Alessandro Cardinali, Roberto Poli, Francesca Marchetti, Manuela Rontini, Marcella Zappaterra, Luciana Serri, Massimo Iotti e Paolo Zoffoli).
“La squadra di braccata – sottolineano i dem – ha storicamente svolto un ruolo centrale nella caccia al cinghiale nella nostra regione. Il prelievo con il metodo della braccata rappresenta inoltre la tecnica di caccia al cinghiale più efficace nei terreni impervi e particolarmente ricchi di boschi”. A fianco dell’attività venatoria riveste un ruolo fondamentale anche l’attività di ‘controllo’ del cinghiale, perché non diventino pericolosi e dannosi. “I piani di controllo – aggiungono i consiglieri Pd – possono essere attuati dopo l’approvazione di appositi piani regionali sui quali Ispra deve esprimere il proprio parere e attualmente si esprime precludendo la possibilità di intervenire con il metodo della braccata consentendo solo il prelievo in selezione e in ‘girata’ con non più di un cane anche in zone fittamente boscate”.
A fronte di questo, Molinari e gli altri consiglieri impegnano la giunta “ad agire in Conferenza Stato-Regioni perché Ispra e Governo riconoscano l’efficacia del metodo della braccata non solo nell’attività di caccia ma anche nell’attività di controllo, in particolare dove le condizioni territoriali e la boscosità non renderebbero efficaci metodi quali come la ‘girata’, con grave pericolo anche per l’incolumità dell’unico cane utilizzabile”.
(Margherita Giacchi)