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Carcere Emilia-Romagna, il garante dei detenuti: “Il volontariato fondamentale per il reinserimento”

Il garante Roberto Cavalieri ha favorito un rapporto fra le associazioni attive nelle carceri dell’Emilia-Romagna sui percorsi rivolti ai detenuti. Il lavoro svolto sul volontariato penitenziario sarà sottoposto a focus group e presentato il prossimo 21 novembre a Bologna a un convegno con esperti del settore

Roberto Cavalieri

“Il volontariato penitenziario rappresenta per il detenuto un supporto fondamentale per non isolarsi: un aspetto centrale nel percorso di reinserimento sociale, durante la pena e al suo termine”.

Il garante regionale dei detenuti, Roberto Cavalieri, impegnato a favorire un rapporto fra le associazioni attive nelle carceri dell’Emilia-Romagna sui percorsi rivolti ai detenuti, torna ancora una volta sull’importanza del volontariato nei percorsi riabilitativi rivolti alle persone detenute.

“Consentire al detenuto di portare avanti un percorso che gli sarà poi utile una volta uscito dal carcere, rappresenta certamente lo strumento più in grado di aiutarlo nella fase della rieducazione che terminerà con il reinserimento, anche rispetto al rischio di ricadere in condotte delittuose. In questo processo, il ruolo del volontariato, a supporto dell’amministrazione penitenziaria, è centrale”, sottolinea Cavalieri. “Bisogna quindi sempre più – aggiunge – puntare sul volontariato e le stesse istituzione che gravitano intorno al carcere devono lavorare per rafforzare questa componente del sistema”.

Il garante Cavalieri ha sempre considerato il ruolo del volontariato carcerario centrale nel percorso rivolto al reinserimento del detenuto, tanto che sono numerose le iniziative promosse per favorire un costante scambio di idee fra le tante associazioni attive in carcere. Lo dimostra il ciclo di incontri organizzati nelle strutture carcerarie della regione. Si è partiti nel dicembre 2022 dalla casa di reclusione modenese di Castelfranco Emilia, per proseguire poi nel 2023 e nel 2024 con le visite negli istituti penitenziari di Forlì, Ravenna, Piacenza, Parma, Modena e Reggio Emilia. I prossimi appuntamenti saranno nelle case circondariali di Bologna (7 ottobre), in quella di Rimini (6 novembre) e in quella di Ferrara (4 dicembre). Contestualmente sono previsti anche focus group (incontri online), uno per ogni area di pertinenza di ciascuna struttura carceraria.

Sono poi in programma incontri tematici (sempre on line), rivolti al volontariato carcerario di tutta la regione. I temi trattati sono: il contrasto alla povertà (15 ottobre), le dimissioni e l’accoglienza nel territorio (16 ottobre), la spiritualità e il culto (17 ottobre), il genere (18 ottobre); un gruppo è dedicato a cultura, sport, istruzione e lavoro (21 ottobre); infine, sono previsti due focus su affettività, famiglia e minori (22 ottobre) e su reti locali e rapporti con le istituzioni e gli enti locali (23 ottobre). Si tratta di un lavoro lungo e complesso che porterà alla redazione di una relazione finale.

Il documento sarà al centro di un convegno con esperti di tutti i settori legati al carcere, organizzato dallo stesso garante, che si terrà il 21 novembre prossimo a Bologna, nella sede dell’Assemblea legislativa. Fra gli invitati Matteo Maria Zuppi (arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana), Sonia Specchia (esperta, già segretaria generale della Cassa delle ammende), Paola Atzei (responsabile dell’area formazione di Volabo), Marco Bonfiglioli (direttore dell’Ufficio detenuti e trattamento del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria dell’Emilia-Romagna e delle Marche), Mauro Palma (già garante nazionale delle persone private della libertà personale), Pietro Buffa (criminologo, già dirigente del ministero della Giustizia),  Aldo Scolozzi (dirigente penitenziario e direttore dell’Uiepe dell’Emilia-Romagna e Marche), Ivo Lizzola (professore di pedagogia della marginalità, del conflitto e della mediazione all’Università di Bergamo) e Denise Minotti (magistrato di sorveglianza presso il Tribunale di sorveglianza di Bologna).

“Il convegno – spiega Cavalieri – è dedicato al volontariato penitenziario in Emilia-Romagna. Vuole rappresentare un’occasione di confronto sulle attività dedicate al detenuto, con l’obiettivo di rendere sempre più solido il ponte che collega l’interno del carcere con l’esterno. In questo, il volontariato assume un ruolo centrale”.

Oltre al garante, a promuovere il convegno sono il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria dell’Emilia-Romagna e Marche, la Confederazione regionale dei Centri di servizio per il volontariato dell’Emilia-Romagna (CSVnet) e il Centro interdisciplinare di ricerca sulla vittimologia e sulla sicurezza dell’Università di Bologna (Cirvis).

(Cristian Casali)

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