Parità, diritti e partecipazione

CARCERE. GARANTE REGIONALE DETENUTI TRA ESPERTI MINISTERO GIUSTIZIA SU MISURE DI SICUREZZA: ‘RIPENSARE CASE LAVORO COME CASTELFRANCO EMILIA’

“Abrogarle o superarle attraverso la territorializzazione”. Nei giorni scorsi visita dell’Ufficio della Garante alla struttura nel modenese: situazione “cristallizzata”

La Garante regionale delle persone private della libertà personale dell’Emilia-Romagna, Desi Bruno, parteciperà al tavolo di lavoro sulle misure di sicurezza promosso dal ministero della Giustizia all’interno degli “Stati generali sull’esecuzione penale”.

“In una sede tecnica come quella potrò tornare a far rilevare la necessità di arrivare a un ripensamento delle misure di sicurezza detentive, con particolare riguardo all’internamento della casa di lavoro- spiega Bruno-, nell’ottica dell’abrogazione o di un superamento che possa passare attraverso la territorializzazione delle stesse, avvicinando per quanto possibile l’internato al territorio di riferimento”. Anche perché, prosegue, “è auspicabile che il rilancio della struttura di Castelfranco Emilia possa davvero passare attraverso un intervento costruttivo attuato in sinergia con la comunità locale, così come recentemente i vertici del Dipartimento di amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia mi hanno annunciato”.

L’Ufficio della Garante ha visitato, per alcuni colloqui con i ristretti, la casa lavoro di Castelfranco Emilia nei giorni scorsi: “La situazione, anche in relazione alle precedenti visite, risulta essere cristallizzata: l’internato è per lo più una persona che presenta caratteristiche di forte disagio sociale come tossicodipendenza, problemi psichiatrici, mancanza di riferimenti familiari, sociali, abitativi, di lavoro, irregolarità sul territorio, o povertà- riferiscono i collaboratori della Garante-, e a queste persone la casa di lavoro non offre, nei fatti, alcun tipo di strumento di reinserimento sociale idoneo a far cessare il giudizio di pericolosità a fondamento dell’applicazione della misura, tanto più che risultano grandemente sottoutilizzate le potenzialità della struttura”.

L’istituto di garanzia dell’Assemblea legislativa regionale segnala infine un caso di “particolare delicatezza”, tra i 100 internati e gli 8 detenuti presenti nella struttura: “Uno di loro sta assumendo terapia ormonale per diventare transessuale, e ha già più che evidenti mutamenti del corpo, ma continua a vivere in ambienti promiscui, condividendo gli ambienti detentivi con gli altri internati”: una collocazione che l’Ufficio del Garante non ritiene affatto congrua. 

(jf)

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